Abiti verdi a primavera: come indossare una sinestesia in città

abiti verdi

Se penso a cosa mettermi in primavera, penso in automatico ad abiti verdi e in automatico bis alle nostre città che si vestono dello stesso colore, sinuose e brillanti, pronte a vivere tutto meglio che possono.

Non parlo di ovvio abbinamento di colore, ma a pura sinestesia sensoriale: ogni apertura di armadio equivale a una di balcone, con i vestiti verdi che penzolano dalla grucce allo stesso ritmo delle foglie dai rami.

Immaginatevi in questi giorni in città: prima che ci cada in mezzo l’occhio, è più probabile che nello sprazzo di vegetazione metropolitana ci finisca dentro il naso, disabituato al suo aroma lussureggiante, se si esclude l’insalata in sacchetto.

La stessa cosa accade con gli abiti verdi: prima dello sguardo ci finisce dentro la sensazione che un tessuto di questa nuance può dare.

Ecco allora che non è possibile non scivolare nella rete di un tubino di pizzo verde, uno in macramè largo che compete con le trame dei parchi ed è la morte sua con una spilla gialla e una ballerina di cuoio chiaro.

Perché indossare il verde a primavera è così: nel mentre in cui lo razionalizzi, lui ti ha già trasportato dove voleva e doveva, senza preavviso o richiesta, come solo l’inevitabilità della Bellezza sa fare.

Ti conduce nei meandri della scarpiera a cercare quel sandalo bordeaux dello scorso anno, se veste i panni di un abito verde a trapezio.

Ti spinge a rovistare tra le canottiere estive di seta nera se ha le sembianze di un vestito verde smeraldo in lino, un po’ largo, troppo chic e alla ricerca di un accento rock.

Esattamente come gli abiti, il verde di città è un gancio di benessere straordinariamente selvaggio, una specie di liana tra i palazzi messa lì apposta per farci volare tra file di mattoni nel mentre di un angolo.

È un pusher di roba buona sulla via che ci fa deviare un attimo, giusto il tempo di raccogliere un filo d’erba che esce dalla crepa di un muro, appena il tempo di pagare un bolerino color felce che sbuca da una vetrina fuori mano.

Folletti sui tacchi con i minuti contati, ci troviamo così, felici, a consumare preziose pause pranzo tra i cespugli di un parco, confuse, per non saper dove appoggiare il bauletto tinta ficus: invogliate dal pericolo di disperdere un pomeriggio di lavoro siamo simili a principesse fagocitate dai boschi, che mai si sa se il ritorno lo ignorano o nemmeno lo cercano.

Che cos’è davvero per noi il verde di città, e come passiamo la stessa sensazione agli abiti verdi che tanto ci attirano in questa primavera 2018?

Perché proprio a noi doveva succedere questa infatuazione profonda, noi che sterminiamo (con amore) ogni pianta da appartamento che ci ostiniamo a portare a casa e lucidiamo la vernice smeraldina di una scarpa come fossimo vivaiste impazzite di feticismo da foglia?

Gli abiti verdi sono un’attrazione che ci parte dallo stomaco, quel tipo di sensazione che, se sai trattarla, non ti stancherà mai, primavera dopo primavera.

Scegliere abiti verdi già dalla vetrina è simile al casuale incontro con un piccolo balcone a penzoloni tra l’asfalto, fresco e sui generis, originale e pieno di vitalità.

Gli abiti verdi sono capaci di generare fotosintesi di stile urbano per look coraggiosi, fuori dal coro, naturali e sempre straordinariamente emozionali. Ci avevate mai pensato?

abiti verdi

abiti verdi

abiti verdi

abiti verdi

abiti verdi

abiti verdi

abiti verdi

abiti verdi

3 commenti su “Abiti verdi a primavera: come indossare una sinestesia in città”

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Carrello