Argiolas: la mia visita alle Cantine dei vini che raccontano la Sardegna

C’è chi dalla Sardegna quest’estate è tornato con un’abbronzatura atomica, chi con il ricordo di una stella cadente, chi con il pane carasau nella borsa e chi, con me, con il bagagliaio colmo di vini Argiolas.

Durante il mio soggiorno in terra sarda ho infatti visitato le Cantine Argiolas, a Serdiana (Cagliari).

Serdiana è un paese piccolo di pietra che in un pomeriggio di sole d’agosto potrà sembrarvi disabitato e vissuto solo da oliveti e vigne.

Argiolas: una cantina dentro la tradizione di una terra che quella tradizione l’ha costruita

Le cantine si trovano vicino alle Tenute di Serdiana, nelle campagne di Sibiola, una delle 5 tenute Argiolas, e su 45 ettari circa custodiscono tra i più celebri vitigni tradizionali sardi suddivisi in Iselis, circa 35 ettari, e Su Pranu, 10 ettari.

In queste vigne adiacenti alla Maison Argiolas vengono prodotte sia uve a bacca bianca sia a bacca rossa: Vermentino, Monica, Nasco, Nuragus, Malvasia bianca, Cannonau e Moscato.

Argiolas Cantina esterno

Argiolas: la storia di un legame profondo con il territorio

Prima di raccontare la Cantina, è d’obbligo raccontare la storia della famiglia che l’ha realizzata.

Ogni cosa inizia attorno agli anni ‘Trenta del ‘900 quando Antonio, il patriarca, inizia a impiantare filari, ad aggiungere una vigna all’altra anno dopo anno, a produrre con tutta la qualità che l’epoca e la zona di produzione gli permettevano.

Tutto questa senza perdere mai il legame profondo con il territorio circostante, di cui Argiolas resta un punto di riferimento ancora oggi.

Negli anni settanta del XX secolo, quando la CEE incoraggiava l’espianto delle vigne per ridurre la produzione, Argiolas inizia per contro un processo di espansione, di investimenti e di cambiamento nei metodi di coltivazione e nel tipo di produzione.

Grazie anche al coinvolgimento dell’enologo Giacomo Tachis, lo stesso che ha creato vini come Tignanello, Solaia e Sassicaia, questa trasformazione ha dato vita a vini di qualità.

Vini che si sono aggiudicati importanti premi internazionali e hanno ottenuto alti punteggi e riconoscimenti da esperti e riviste di settore.

Tra tutti, la Gran Medaglia d’Oro vinta dal Turriga annata 1988 al Vinitaly di Verona del 1997.

Oggi nella cantina è attiva la terza generazione Argiolas, quella dei nipoti di Antonio: Valentina, Francesca e Antonio.

Nella terra delle piccole chiese romaniche disperse tra le colline basse, i campi e le vigne, oggi qui si lavora come ieri.

Vendemmia dopo vendemmia, con la semplicità nel cuore e la forza di innovare la tradizione senza stravolgerla nelle mani e nella testa.

cantine argiolas

Argiolas: la visita alla Cantina

Lo scrigno della produzione Argiolas è come chi la mantiene viva: schietto, antico e moderno, innovativo.

Ha i colori della terra circostante e mantiene oggi gli stessi volumi intorno al cortile sorto per fare entrare i carri trainati dal giogo di buoi.

Materiali e nuove tecnologie si accostano alle tegole sarde e agli intonaci scabri.

Le grandi sale della Cantina sono un agorà di ospitalità dove il profumo del vino si mescola alla cultura, alla vivacità di un ambiente che è anche luogo di incontri, insegnamento, chiacchiere e corsi.

argiolas interno

Una distesa di botti in rovere francese mi accoglie nella zona dove il vino riposa e si prepara a diventare un racconto da degustare in calice. Qui l’ambiente è fresco, silenzioso e al tempo stesso vitale.

Cantina Argiolas: le altre tenute

Oltre alla Tenuta Serdiana, Argiolas si espande in altre aree della Sardegna, terreni diversi tra loro per il suolo, l’esposizione, l’altitudine e il clima e dove le vigne si esprimono differentemente donando grappoli dal carattere diverso e unico.

La Tenuta di Sisini estende per circa 50 ettari fra le colline nella regione storica della Trexenta, a nord di Cagliari e di Serdiana.

I terreni sono a una quota compresa fra circa 200 e 250 metri sul livello del mare e sono composti da marne, arenarie e calcari marnosi.

Qui il microclima, il suolo e l’esposizione sono ideali per coltivare le uve per i vini bianchi come quelle del Vermentino.

Prodotti anche Bovale, Cannonau, Malvasia nera e Monica.

Sa Tanca è la tenuta che si allunga per circa 80 ettari fra i comuni di Selegas e Guamaggiore.

È in una zona collinare, fra i 250 e i 350 metri sul livello del mare, ed è formata da terre brune e regolari e terre bianche calcaree.

Qui si coltivano prevalentemente uve a bacca rossa perché le piogge intense durante l’anno e gli sbalzi termici rendono il microclima ideale perché gli acini sviluppino e mantengano gli elementi che daranno al vino colore e aromi.

Tenuta Vigne Vecchie: si estende per circa 40 ettari sulle colline vicine al comune di Selegas.

Qui abbiamo sia terreni bruni e profondi sia suoli con forte presenza di calcare, molto adatti ai vitigni a bacca bianca.

L’altitudine e le caratteristiche del terreno fanno di questa tenuta una delle più adatte alla produzione di vini pregiati.

La tenuta di Is Solinas si estende per circa 15 ettari lungo la costa sul golfo di Palmas, nel sud ovest della Sardegna.

Il microclima, grazie all’azione del vento e alla grande escursione termica, è ideale per la coltivazione del vitigno Carignano.

Le arenarie di questi terreni trattengono l’umidità della notte che così protegge naturalmente dalla siccità e dà vita a vigne lussureggianti con frutti incredibilmente ricchi.

Argiolas: i vini che ho degustato e di cui mi sono innamorata

Turriga Argiolas

Oltre al blasonato Turriga Argiolas, il grande blend di Cannonau, Carignano, Bovale Sardo e Malvasia Nera firmato Tachis, uno dei vini rossi simbolo della Sardegna, voglio raccontare i vini Argiolas che più mi hanno colpito e di cui consiglio la conoscenza a tutti gli esploratori del vino.

1. Is Solinas

È un vino rosso a Denominazione di Origine Controllata – Carignano del Sulcis Riserva, ottenuto da uve Carignano che porta con sé tutto il sapore sapido del mare.

Ha il merito di valorizzare un grande vitigno autoctono sardo come il carignano.

Le uve, vendemmiate rigorosamente a mano, vengono trasportate in cantina e pigiate.

La fermentazione alcolica viene svolta all’interno di vasche di acciaio, mentre la successiva fermentazione malolattica avviene in contenitori di cemento.

Circa 12 mesi in barrique e un ulteriore periodo di sosta in bottiglia concludono il periodo di affinamento, prima della sua messa in commercio.

Ha un bouquet profondo e intrigante di frutta nera matura, liquirizia, spezie e confettura.

Al palato è morbido e strutturato, di buona freschezza e lunga sapidità.

2. Cerdeña

Ecco il bianco più strutturato di Argiolas, un IGT Isola dei Nuraghi Bianco ottenuto dai vigneti posti sui terreni calcareo-marnosi in località Sisini.

È dorato, morbido e caldo, animato da una decisa freschezza e sapidità. Un bianco di grande struttura ed equilibrio, persistenza ed intensità.

3. Merì: Ecco il mio vino preferito!

In sardo “merì” significa tardo pomeriggio e questo Vermentino è fatto per accogliere il momento esatto del giorno in cui facciamo tacere le tastiere e i telefoni, sciogliamo i capelli per accompagnarci a un vino che ha un’identità di carattere ma al contempo leggera.

Argiolas Merì

“Merì” è un vino territoriale, l’espressione massima della Sardegna meridionale, ottenuto da uve Vermentino, vinificate e affinate in acciaio.

I colori sono tenui, giallo paglierino, e anticipano un palato fruttato, fresco e dall’invitante trama sapida.

Questo vino ci trasporta all’interno della macchia mediterranea presente su tutta l’isola, è fresco, allegro, vivace e giovane.

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