Per comprendere cosa sia davvero l’amore, forse serve partire dalla sua negazione.
Cosa non è l’amore, cosa ci porta fuori strada, cosa è non amore, o amore-no, o tutto tranne che amore.
Siamo noi ad illuderci di averlo trovato, mentre ci affanniamo a rincorrere la persona sbagliata, oppure siamo troppo intenti a costruire la proiezione delle nostre attese, senza accorgerci che le ombre non hanno peso.
Come quando si insegna qualcosa ad un bambino, si punta l’indice sotto il suo viso, facendolo ondeggiare piano per indicare ciò che non si fa e la costruzione dei suoi talenti avrà come base ciò che non è giusto.
Così dovremmo fare con l’amore, imparare a riconoscerlo per esclusione.
Ci sono cose sbagliate che finiscono per essere dei capolavori, guardiamo all’errore con un sorriso, perché i malintesi son pieni di fascino e d’ironia, e persino i refusi possono dare senso ad alcune parole, ma l’amore sbagliato, quello che l’amore non è, quello che diventa asservimento e dolore, non deve conoscere accenno di sorriso.
Cosa non è l’amore dovrebbe essere la prima domanda che ci poniamo quando pensiamo all’amore, perché un raggio di luce può abbagliarti, ma l’oscurità dovremmo imparare a riconoscerla in un lampo.
L’amore non ha un giorno, l’amore non ha un tempo.
L’amore non attende, l’amore non conosce il tempo.
L’amore non ti costringe a fare niente.
L’amore non conosce definizione.
L’amore ti accarezza anche quando ti afferra, e lo senti subito quando la stretta è diversa.
L’amore non ti piega. L’amore non ti lega, al massimo ti slega.
L’amore non è mai una scusa, ma sempre un’occasione, non è mai la perfezione, né una scelta di ragione.
Cosa non è l’amore dovremmo capirlo dalle piccole cose, non dalle grandi azioni da pellicola americana. Dovremmo incontrarlo in un’attenzione quotidiana o in una sera passata davanti alla tv in pigiama.
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