L’amica geniale recensione: trama e ispirazione fashion dal best seller di Elena Ferrante

L amica geniale recensione

L’amica geniale recensione ubiqua! Non solo il racconto di una trama, né un semplice giudizio quello che cercheremo di dare dei 4 libri di Elena Ferrante e che tratteremo come se fossero un’unica opera in 4 volumi, ma indugeremo sulle due protagoniste che nel corso della lettura inevitabilmente diventano amiche del lettore.

Elena e Lila sono le due protagoniste dei 4 volumi:

  • L’amica geniale
  • Storia del nuovo cognome
  • Storia di chi fugge e di chi resta
  • Storia della bambina perduta.

Elena, la voce narrante, ci conduce nel racconto del suo rapporto con Lila, che fin dai primi momenti non ci appare come una semplice amicizia ma come un coacervo di due anime, due fili tesi che si intersecano e si sfilacciano nel corso della storia, restando sempre e comunque vibranti e ci inducono ad altalenare l’afflato ora per un capo di spago, ora per l’altro, sperando sempre che la corda tra le due resti intatta.

Chi è l’amica geniale?

Fin da subito comprendi che si tratta di un titolo doppio, l’amica geniale è Lila per Lenù e Lenù per Lila, e lo sono entrambe a fasi alterne per il lettore, che in fine sarà portato a parteggiare per quella delle due che resterà più uguale a se stessa nel corso della storia, insegnandoci che non è vero che il frutto non cade mai lontano dall’albero, ma che quando si allontana talvolta lo fa tradendo le sue radici.

 L’amica geniale La trama

Elena e Lila, sono due bambine che vivono in un rione non ben definito di Napoli. Si incontrano da bambine e nei pomeriggi assolati nei cortili del rione sfuggono al tramestio delle case rifugiandosi nei giochi d’infanzia. Il rione è un luogo degradato, animato da varia povertà e tanta miseria d’animo, il luogo ideale insomma per essere fertile di genialità.

Figlie di un calzolaio, Lila, e di un usciere comunale, Elena, le loro vivaci intelligenze sembrano non poter fare a meno l’una dell’altra e trarre linfa vitale proprio da questo loro rispecchiarsi.

Sullo sfondo, le famiglie che popolano il rione, padri, madri, figli, orfani, malavita e quotidiana violenza, stenti e normalità, che finisce per sembrare eccellenza.

Entrambe frequentano insieme le scuole elementari, ma a Lila non viene consentito di iscriversi alle medie. Quei due fili tesi e intrecciati che sono le loro esistenze però non si dividono, un celato orgoglio di Lila le fa affrontare quasi con noncuranza l’intima sofferenza per non poter proseguire gli studi.

L’amica geniale si conclude con il matrimonio di Lila adolescente.

Il secondo libro Storia del nuovo cognome ci racconta le nuove vite delle due protagoniste. La maternità e l’università separano Lila e Elena, e quest’amicizia sembra aver bisogno di momenti di respiro per continuare ad esistere. Storia di chi fugge e di chi resta è ancora una volta un libro dal titolo doppio. Chi fugge e chi resta? Successi e insuccessi, nuove vite che si affrontano con coraggio. Il lavoro in fabbrica per Lila i successi editoriali per Elena, ascese e discese delle due protagoniste in due esistenze che sembrano diametralmente opposte ma che continuano a sfiorarsi e rincorrersi.

Ciascuna amerà e odierà l’altra, ne invidierà il destino, il talento, la bellezza, l’amore, ne trarrà costante ispirazione, la utilizzerà come unico metro di paragone per comprendere i propri traguardi.

Scorre la narrazione e scorre la vita del nostro paese un po’ come accadde nella Meglio Gioventù di Marco Tullio Giordana, che finirà per raccontare anche un bel pezzo di storia italiana.

L’ultimo volume Storia della bambina perduta è forse il più struggente, non vi sveliamo il finale ma vi diremo solo che saprà spiazzarci e conquistarci come solo un ricordo d’infanzia che riaffiora improvviso sa fare.

L’amica Geniale – Leggi e calza

E noi di Ubique ci siamo chieste lungo tutta la narrazione quale sarebbero le scarpe indossate da Lila, la figlia dello scarparo, la donna nella quale finiamo per identificarci un po’ tutte che, al di là della crudezza e delle di punte di cattiveria non celate, rappresenta una donna libera e forte. Abbiamo pensato che dovrebbe trattarsi di uno di quei modelli da lei stessa disegnati e fabbricati a mano con pellami pregiati. Una scarpa nata da un bozzetto, un bozzetto frutto di genialità.

Dunque Lila non può che indossare un paio di Vladì  intagliate e dallo stile tagliente e unico, proprio come la sua personalità.

E Lenù, l’ambiziosa donna che sembra mossa sempre dal desiderio di superare la genialità della sua amica, da quali scarpe potrebbe essere rappresentata? Una Vladì della nuova collezione, tacco a rocchetto e caparbia nella punta stondata, l’antico che si crogiola nel nuovo, il nuovo che nasce dalla tradizione.

L’amica geniale recensione

Ma veniamo a L’amica geniale la recensione. Un libro da leggere per riscoprire il piacere della lettura, per indagare l’animo umano e anche un po’ per chiedersi chi siamo, per rivivere la storia di una amicizia nata quando eravamo bambine e sopravvissuta nonostante le difficoltà e le distanze. Per scoprire un modo di raccontare, quello di Elena Ferrante, completamente nuovo, perché privo di filtri con il lettore, una narrazione che è come un racconto allo specchio, senza paura di ferire nemmeno se stessi.

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