Passione: inevitabile follia questa tua bocca sulla mia

passione

Ci sono pensieri che non andrebbero mai fatti, scarpe che non andrebbero mai provate, città che non andrebbero visitate perché poi tornare alle idee, ai piedi e ai luoghi di prima potrebbe risultare complicato.

Com’era quella frase? Scopri ciò che ti incendia e lascia che ti bruci. Lentamente.

Oggi, Ubiquine, parliamo di passione, perché di passione non abbiamo parlato probabilmente mai, ed è un vero peccato (aggiungo) perché non c’è donna più attraente e ben vestita di una donna viva e appassionata.

Vi siete mai imbattute in una passione cieca? Non parlo di una canzone da ascoltare 10 volte di seguito, né di un hobby che ci porta via tutto il tempo libero.

Parlo di stomaco, di potenza, di un valzer bendate sorrette dalla follia e di quel solo unico pensiero dominante, invadente, indecente che ci fa camminare sul filo.

Intanto per iniziare, ricordate bene che se l’amore può aspettare una vita intera, una passione autentica non aspetterà nemmeno un secondo.

Come il sole che sorge, il pane che lievita, un imbarazzo che colora il viso, un’intesa epidermica tra due persone quasi sempre ha urgenza d’essere e inevitabilità di divenire il prima possibile.

E sappiate anche che, se camminare a mano a mano con l’amore è una passeggiata di inizio aprile lungo un viale di ciliegi in fiore, andare a spasso con una passione addosso, e di fianco, di lato, dentro e pure fuori, sarà come procedere lungo un sentiero a picco su una scogliera di fine luglio.

“Fuoco cammina con me”, per dirla alla David Lynch.

Avete mai provato qualcosa che potreste definire passione?

Un moto che parte, boh, dalla pancia e annulla qualsivoglia vostra credenza, assunta per partito preso o conquistata per tempo dedicato, un faro improvviso che appare e conduce come un pilota d’aereo cui ti affidi senza conoscerne né nome, né volto.

Passione è il tempo che perde valore e si dimentica. È leggerezza e zero domande. È il terzo bicchiere di vino a stomaco vuoto. È un pennarello nuovo, che appare infinito davanti a un muro bianco. È quella reazione chimica che tentavi al laboratorio del liceo, solo più profumata.

È il mare di inizio giugno, la neve di dicembre, gli haribo sul divano, la mozzarella nella parmigiana sciolta all’attimo giusto, la piega che riesce solo al parrucchiere, il brivido quando parte la prima nota a quel concerto che aspettavi da tempo.

Passione è tutte le volte che un neurone muore e un battito di cuore sale, è ogni emozione che si trasforma in pavone, è un dettaglio che conta solo per te, la mezza misura sconfitta, la certezza dell’insicurezza, la perdita dell’equilibrio e la sua conquista.

Dimagrire senza stare a dieta, fare tardi senza conoscere l’ora, essere streghe e fate nello stesso istante, non desiderare altro vestito all’infuori di te.

Vibrazioni, palpitazioni, privazioni e anche sofferenza. Perché la passione è anche questo, lo sapete bene pure voi, ne sono certa.

È l’assenza del sole in gennaio, come alcune mattine pessime e umide che la sua mancanza te la fa sentire fino a dentro le ossa. È il dubbio che scava i timori nei cuori, è pelle che piange in silenzio, il disincanto che bussa alla porta senza avere invito.

Ed è ribellione, la passione. Sguardi in rivolta, respiri in tempesta, risposte che non hanno mai avuto domande.

Vento nella testa e sulla faccia, e tra le mani un piccolo aereo di carta: perché tutta la notte o tutta vita non fa alcuna differenza quando un viaggio è di sola andata.

Dedicato a tutte le Ubiquine che stanno tremando anche se non hanno freddo.

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