Potrei dirvi che qualche sera fa sono andata a cena a casa di Laura e raccontarvi quanto l’atmosfera e i sapori della sua cucina siano stati per me frammenti di memoria.
In realtà sono stata a cena da Laura Bistrot, un ristorante nel cuore di Forcella, nella Napoli più autentica, in quella che mi piace definire Napul’è!
Se esite ancora una Napoli da cartolina credo che la si debba ricercare proprio qui, tra i panni stessi e le canzoni di Carosone che riecheggiano dagli antichi portoni, tra le pizzerie storiche e i bistrot che quella storia la masticano a grandi bocconi.
Già dalla collocazione, dunque, Laura Bistrot parla il mio idioma di nascita, fin quando a proferire parola non è il palato ed allora che comprendi che si tratta di un racconto a voce alta e tutto partenopeo.
Laura Oliviero, eccellente padrona di casa, racconta ogni portata del suo menù citando membri della sua famiglia, aneddoti di tempi andati e figure quasi mitologiche che hanno ispirato, consigliato o materialmente cucinato i piatti che ci vengono proposti.
Il racconto ha inizio con le palle di riso di zia Geppina, una perfetta amalgama di riso, ragù bianco e sugna prodotta secondo le tradizioni di famiglia.
Continua con una perfetta entrée: zuppa di ceci alloro e baccalà. I bocconcini di pesce si tuffano dentro il giallo di una crema di ceci dal gusto antico e mi rimandano ai tempi in cui da ragazzina al rientro da scuola mia madre mi preparava pasta e ceci e baccalà fritto. Abbinata perfetta e sapori che accendono la trascendenza.
Si prosegue con i bucatini al soffritto del Piccione di Sant’Anastasia. E qui il racconto diventa leggenda. Laura ci svela che il piccione non è affatto un volatile, ma è la massima autorità che ci sia in Campania in fatto di carni. Una sorta di decano che scruta, valuta, sceglie.
È poi il momento del ragù di nonna Ida. I tradizionali paccheri danzano dentro una salsa di pomodoro densa e corposa che profuma di basilico e di braciole all’uvetta e pinoli ma soprattutto hanno l’odore intenso della tradizione.
Poi le Salsicce. I gioielli di famiglia non potevano davvero mancare. Indossati come si conviene, adagiati sopra un letto di friarielli ripassati in padella al momento.
Azzeccatissima anche la scelta dei vini: vino Moio 57 e aglianico Moio.
La pastiera napoletana. Quando pensi di aver risvegliato tutti i sensi e anche tutti i ricordi, Laura ti presenta la regina dei dolci napoletani, la pastiera! Ogni boccone trasuda profumo di neroli, di grano e di autenticità e la cucina napoletana taglia il traguardo vittoriosa.
Il bistrot di Laura ha l’intento di far rivivere il “rito della tavola” come da sempre si vive nelle case dei napoletani, e ci riesce benissimo.
Il giovedì propone le polpette, la domenica il ragù, poi genovese, friarielli, baccalà.
Ma questo luogo autentico e contemporaneo è proiettato anche ad una visione più internazionale per dar spazio al gusto e alle abitudini dei tanti turisti che sempre di più affollano le strade della città.
Dalle 10:30 del mattino alle 23 di sera Laura Bistrot è operativa come caffè bar, bistrot, ristorante: poter prendere un aperitivo e mangiare un piatto di ragù napoletano o un cappuccino con un crocchè di patate come richiedono i turisti stranieri 😉
Respiro internazionale dunque, ma animo tutto napoletano.
Consigliatissimo a chi soffre di napoletanite e a tutti coloro che vogliono provare la cucina autentica partenopea.
Vedi Napoli e poi muori, diceva Goethe ma non esalare l’ultio respiro senza aver provato il ragù di Laura!
Laura Bistrot:Via Pietro Colletta 6,8,10