Esattamente quando abbiamo messo da parte le stoviglie di carta ed abbiamo concentrato la nostra attenzione unicamente su piatti di design o di porcellana finissima discendenti dalla dinastia dei Ming?
Quando siamo diventate fanatiche delle mise en place, quando la parmigiana di melanzane ha smesso di trovare alloggio nei panini per volersi coricare unicamente dentro piatti di ceramica dipinti a mano?
Quando nei nostri cesti da picnic in luogo dei simpatici tovaglioli a quadretti sono comparsi piattini da frutta rettangolari?
E ancora quando al posto della collanina con il nome abbiamo preteso che l’iniziale fosse stampata sopra un piatto?
È accaduto quando la forma si è affiancata alla sostanza e la presentazione di una pietanza è uscita dagli schermi di MasterChef per prenderci tutti ostaggio, quando abbiamo iniziato a salire sopra le sedie, cercando l’angolazione perfetta per instagrammare il pranzo della domenica.
È stato allora che i piatti di design sono usciti dalle liste nozze per diventare anche desiderio del celibe più incallito, il sostenitore delle sostanza, del mappazzone ad oltranza, si è convertito alla miniporzione ed ha cercato il miglior sfondo possibile per rendere fotogenico persino l’uovo sodo, cioè il suo piatto migliore!
Chi l’avrebbe mai detto che per Natale avremmo chiesto un servizio da dodici invece di un diamante da 6 carati, che avremmo svaligiato la vetrinetta della nonna ed avremmo riesumato persino i servizi spaiati.
I piatti di design sono la nostra nuova ossessione, e siccome è il bello che trionfa, questa nuova mania ci piace da impazzire, e abbiamo scelto per voi una selezione di piatti che piacerebbero persino a chi odia cucinare, che sarebbero benissimo attaccati ad una parete e che non dovrebbero mai andare in fratumi, nemmeno in caso di liti ferocissime!
Seletti. La linea Hybrid resta la più bella, disegnata a partire da una intuizione unica e geniale, due mondi accostati, l’oriente e l’occidente, fusi in un’unica stoviglia, che danno luogo a nuova bellezza.
Consigliato ai distruttori seriali di stoviglie, i raccoglitori di cocci dal pavimento, se ne rompete uno una passata di attack e nessuno se ne accorgerà mai!
Marimekko. Il marchio finlandese di design vi sorprenderà con geometrie che ispirano e un po’ ipnotizzano. Schizzetti fatti ad inchiostro dentro piatti dal fondo bianco, doodles strappati alle pagine di una moleskine. Consigliati ai più creativi, quelli che alla forchetta preferiscono la matita.
Zara home. Metti un rinoceronte nel piatto, mettilo però dipinto, su fondo zebrato e poi servi verdure lesse farai felice un vegano! Consigliato agli zoofili, disponibile anche nella variante giraffa, anzi no, scherzavo 😉
Mickey Philips. Sono tasselli di un di puzzle i piatti dell’olandese Mickey Philips, creatore di FISH, una linea di piatti che incasellati nella propria mensola creano una sorta di Skyline. Consigliati ai fanatici flat lay, gli instangrammer più sofisticati, i food/travel blogger che adorano le tavole riprese dall’alto e gli skyline a distanza ravvicinata.
Evelyn Bracklow. Sono infetstate da centinaia di fromichine i piatti Evelyn Bracklow creatrice de La Philie e anche se il pensiero di avere degli insetti nel piatto vi farà impazzire, comprenderete subito che si tratta di oggetti di rara bellezza. A metà strada tra il classico e il contemporaneo. Consigliato proprio ai più schizzinosi. Ottimi come piattini da picnic, dove la formica diciamocelo chiaramente la fa da padrona!
Diesel Living with Seletti. Se vi piace lo stile industriale questo è davvero il servizio di piatti di design che fa per voi. Nati dalla collaborazione tra Seletti e l’iconico brand di blue jeans Diesel. Consigliato a chi ama Beethoven ma in versione punk!
Allora siamo tutte d’accordo, per Natale facciamoci regalare un servizio di piatti di design, a patto che sia lui a cucinare e noi ad instagrammare!