Monday ti lovvo


monday

È facile amarlo, quel gran bel pezzo del venerdì. È un tipo nato con l’oro in bocca, lui, e pure con la camicia, quella casual e sopra le righe del weekend, che dal ripiano “a partire da oggi a scendere” gli strizza l’occhiolino di buon mattino.

Non è come il lunedì, poveretto, che anziché nascere sotto una buona stella, ogni maledetta settimana inizia sotto la peggiore sveglia, la prima di cinque, con il commercialista per colazione, la valigia degli impegni da organizzare e il treno preferito in partenza e non in arrivo alla stazione.

E con la camicia bianca.
Quella che viene sfilata dalla gruccia in nanosecondi tre per non accostarsi a nulla e scivolare dritta come uno shot su tutto, mentre ci si chiede perché ogni lunedì è così troppo vicino al venerdì passato e così tremendamente lontano dal successivo.

Monday, da oggi ho deciso che io ti lovvo perché ad amare i piacioni son bravi tutti, e io non sono tutti.

Perché sei pesante come ogni caffè che mi fai ingerire e non gustare, ma sei pur sempre sincero come qualsiasi inizio.
Perché sei taciturno senza scelta ma hai il cuore grande della mamma che mi prepara il pranzo tra una mezza giornata e l’altra.
Perché se facciamo amicizia a partire da ora, i quattro giorni dopo di te li infiliamo meglio delle perline sulla sabbia.
Perché hai bisogno di restyling e riposizionamento e io sono la regina delle cause perse; e perché se ci riesce la Fiat con certa ferraglia tu puoi sentirti come la mattina di Natale già da ieri.
Perché ti hanno preso di punta e io preferisco farti uscire col tacco.
Perché hai ancora l’odore dell’arrosto della domenica in cucina.
Perché sei il giorno della spesa e mi concedi sempre le caramelle gommose della corsia quattro alle 8 di sera.
Perché mi fai parlare poco e arrivare con il telefono carico fino a tardi.
Perché sei timido ma resistere agli sbadigli ti dà coraggio.
Perché sei l’ultimo pur essendo il primo, sei disciplinato, naturalmente puntiglioso, non annoi mai, profumi di bucato all’alba e perché sai meglio di chiunque altro che una camicia bianca non è roba per una mattina slavata, ma una tela da immaginare, impregnare, addirittura colorare.

White shirt Lemaire

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