Chanel slingback, mica pizza e fichi!

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L’eleganza non è affatto un dettaglio ma è nei dettagli che va ricercata.
Non è un accessorio, ma un accessorio può rivelarne l’essenza.
È questo che ho pensato quando ho visto le slingback di Chanel reinterpretate da Karl Lagerfeld nella collezione Autunno-Inverno 2015/16.
Scarpa beige con punta nera, esattamente come l’aveva ideata Coco Chanel rivoluzionando il mondo della calzatura femminile.
Il beige che slancia la gamba e il nero che accorcia il piede, perché l’eleganza è anche questione di proporzioni.
Poi mi sono chiesta: Ma saremmo in grado di indossarle anche noi che l’eleganza la sfioriamo, per l’aperitivo in centro o in ufficio tutto il giorno o bisogna essere Tilda Swinton, dotate cioè di una classe al limite del paranormale?
Perché quando noi donne ci troviamo davanti ad un capo iconico ci sentiamo un po’ come al cospetto della Vergine Maria, in una versione meno liturgica ma altrettanto reverenziale di “Non sono degno di partecipare alla tua mensa ma dì soltanto una parola e io sarò salvato.”
Ed in questi mesi di gente non degna ne ho davvero vista tanta. Perché va bene lo street style e la rivisitazione, il mix and match, il vino buono con le percoche, lo champagne con la mortazza, anzi io proprio lo adoro, ma davanti ad un paio di Chanel slingback chiediamoci pure se sia il caso di osare o sia meglio declinare, che il mezzo tacco non sta proprio bene a tutte specie alle mezze tacche.
Perché un accessorio può rilevare l’essenza dell’eleganza ma anche accentuarne l’assenza.

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