#changedestiny: perché un destino non si eredita, si costruisce

changedestiny

Attorno ai 25 anni avevo appena scoperto che esistevano anche i sandali col tacco, oltre alle scarpe basse, che i 1000 volumi della mia laurea fresca di lode non li avrei mai regalati, tanto meno venduti, e che il termine “avanzo” poteva avere un solo significato: quello di lasciato in frigo da mamma per i miei mercoledì universitari che più che una cena conoscevano un’alba.
Oggi, dieci anni abbondanti più in là, sono passata di nuovo a calzare le ginniche, rileggo i libri di storia dell’arte intrisi di evidenziatore la domenica, sul divano, e campo ancora di avanzi, quando rincaso dal lavoro a orari che non permettono al ragù di bollire due ore sul fuoco.

Sappiamo bene quanto un concetto possa avere mille e più significati, connotazioni, sensi o non sensi, e oggi vogliamo raccontarvi come la parola “avanzo”, da un’altra parte di mondo ma alla nostra stessa ora, non si riferisca culturalmente solo al blocco marmoreo di pasta che giace da tre giorni, al freddo, in una cucina occidentale. Vogliamo farlo perché crediamo che le nostre lettrici, le donne che sanno scegliere intuitivamente e al primo sguardo il bracciale più adatto al loro polso, che prenotano una vacanza e assaggiano il vino al ristorante per poi fare “sì” o “no” col capo, sanno anche indossare una condizione femminile antitetica alla loro ma intimamente connessa a un istinto primordiale. Quello della sofferenza sorda che nasce dall’ignoranza che grida e della discriminazione che fonda le radici nelle vedute a corto raggio, e che non va affatto compatita ma diffusa, a corde vocali tese.

“Avanzo”, in Cina, si scrive con dei segni, si pronuncia sheng nu e si legge come donna single over 25 che non ha ancora una famiglia o un qualche uomo che l’ha sposata. È roba da ripiano del frigo che andrà gettato, per capirci. Le donne-avanzo, lì, non sono persone che possono scegliere il meglio per sé stesse, di dire sì unicamente per amore, di assecondare un’inclinazione professionale o che stanno bene come stanno senza un motivo. Per famiglia e società sono scarti, a prescindere.

#changedestiny è una campagna di sensibilizzazione globale sorta per rendere nota, ovunque, questa terribile realtà sociale e per riuscire a sconfiggerla, o almeno iniziare a farlo, attraverso il tam tam mediatico.

Cambiare un destino a partire dalla possibilità di comunicare quella ragione personale che in un altro paese non è nemmeno obbligatorio raccontare, a partire dalla complicità e dal sostegno di chi ti ha messo al mondo, dalla libertà di amarsi e farsi amare per come si è senza sensi di colpa tramandati a DNA.

#changedestiny perché il destino non si eredita, si costruisce.

1 commento su “#changedestiny: perché un destino non si eredita, si costruisce”

I commenti sono chiusi.

Carrello