È tempo di capire cosa non sarà più di moda nel 2018,cosa eliminare dagli armadi, cosa smettere di comprare. È tempo di previsioni, di statistiche, di equazioni. È tempo di capire il quadro astrale di questo nuovo anno e se davvero Saturno smetterà di fare danni.
Cosa dobbiamo strizzare in un sacchetto sotto vuoto da sotterrare per alcuni decenni negli scantinati della nostra memoria e nelle nostre foto peggiori?
Allora, che cosa non andrà più di moda nel 2018?
Di cosa ci libereremo con un sospiro di sollievo, magari evitando gli errori più comuni in fatto di moda e quali capi metteremo solo in un ripiano più basso dell’armadio con la speranza che possano tornare in auge?
– I capi second skin e tutto l’attillato in generale. I jeans skinny, gli abiti di lycra, le maglie di jersey a collo alto e i pantaloni di ecopelle, la tutina da ginnastica ritmica della prima media. Concessione di utilizzo: solo se siete la compagna di Diabolik.
– I trench. Capo iconico e primaverile per eccellenza, francamente ha un po’ stancato, soprattutto nei toni del beige. Quello con martingala dietro e fascetta con bottone lasca sui polsi, per intenderci. L’alternativa può essere cercata tra capi antipioggia in vinile, trasparenti o supercolorati. Concessione di utilizzo: solo se siete una super sciura milanese oppure degli esibizionisti da parco
– Il total black. Se siete totalitari, preferitegli il total white, il total red, persino il total orange, ma il nero totale smarrisce gli animi e la personalità. Concessione di utilizzo: solo se siete fan dei Cure, se siete a lutto rigido o se siete chiuse insieme a Robert Smith dentro ad un armadio dal 1980.
– Il cravattino da donna. Se non vi ci siete ancora strozzate, siete vive per sapere che fa cagare da sempre e che nel 2018 sarà addirittura fuori legge. Concessione di utilizzo: se siete delle croupier.
– I pantaloni con gli orli troppo lunghi. Siamo convinte che il vostro proposito sia di tenere pulito il quartiere, ma date retta a noi, con quello che risparmiate sulla stoffa potrete dare una cospicua mancia allo spazzino. Concessione di utilizzo (limitata): solo a chi si è svegliata 15 cm più bassa dalla sera alla mattina.
– Le scarpe col carro armato nero di 10 centimetri. Il cingolato non è più di moda, nemmeno per andare a fare la guerra, gli anfibi si usano con para sottile, alti e stringati. Concessione di utilizzo: se vivete in qualche zona remota della campagna russa e ogni mattina dovete raggiungere Mosca a piedi.
– Lo stile andino. I cappelli di lana grezza con le orecchie stile Inti-Illimani, il poncho cileno e pure quello tibetano. Concessione di utilizzo: a carnevale.
– Le unghie ricostruite, che se le metti su un ramo vi garantite di restare dritte come rapaci e la nail art in genere, che di art non ha mai avuto niente. Se proprio vorrete decorarvi le unghia con i brillantini abbiate il coraggio di chiamarlo trash nail. Concessione di utilizzo: n.p.
– Gli abiti da sera nei colori pastello, verdino, rosino, celestino, giallino. Sono snob senza esserlo. Concessione di utilizzo: solo se siete state invitate ad un matrimonio dal boss delle cerimonie in persona.
– Le borse troppo grandi. Soprattutto di sera, siete obbligate ad usare mini bag, che stiano nel palmo di una mano, e se proprio non ne avete, passate al Carrefour sotto casa, prendetene una biodegradabile da due centesimi e iniziate la rivoluzione inversa, quella dello stile che resta mentre la moda passa.
Concessione di utilizzo: solo se dovete trasportare l’umido ma siete in ritardo e dovete portarvelo all’aperitivo.