Ermione indossava un Lanvin verde salvia







Ieri sera c’era una tale calura…
Era già buio da un pò e, nonostante il fresco della sera stesse provando a fare del suo meglio per mitigare aria e spirito, io avevo ancora caldo.

Sono scesa in giardino ed è stato un attimo.
L’erba era umida, unico beneficio dell’afa della giornata, la brezza si muoveva leggera, ristoratrice e opportuna, e il frinire dei grilli era cadenzato, armoniosa colonna sonora di una tipica scena di inizio estate.

Anche se dissonante dalle mie abitudini “metropolitane”, ho seguito silenziosa l’istinto del momento, che mi invitava ad avvicinarmi al verde, ad appoggiare un piede, poi l’altro, ad inchinarmi, a sedermi, a toccare la terra con le mani.

Solo pochi secondi e non era più caldo, nè freddo e neppure una via di mezzo.
Stasi totale.
Odori, sensazioni, impressioni, percezioni.
Pensiero nessuno, suggestioni tantissime.

Immedesimata o risucchiata, ancora non so rispondermi, ero io l’Ermione dannunziana che tanto ho amato, “quasi fatta virente”, verdastra come una pianta, con una pesca al posto del cuore e 32 mandorle in sostituzione dei denti.

Respiro profondo e consapevolezza che la camicia da notte tinta oliva con il pizzo fattosi muschio, pur se elemento di separazione, mi stava aiutando nella fusione, nell’abbandono alla pace della sera, lei di fibra naturale, lei in gradazione, lei velo di camaleontico colore.

Ho amato il verde, in quel momento.
Ho ripercorso il concetto di panismo, di identificazione con la natura, di rifiuto della razionalità a favore della spontaneità, almeno per una mezz’ora, almeno per il tempo breve di una tarda serata.

Il tempo di una passeggiata al parco cittadino, con sandali verdi.
Il tempo di una cena all’aperto, vestite di uno stile impero color smeraldo.
Il tempo di un tuffo in mare, strette unicamente da un bikini intenso come la menta.
Il tempo di un non pensiero in una notte estiva, accompagnate solo da una stola leggera dello stesso colore della bottiglia che avete quasi allegramente svuotato.

Se già non l’avete, meditate un acquisto verde.
Quest’oggi non garantisco solo charme e sobrietà, ma anche leggerezza, freschezza d’animo e, chissà, forse anche lieve metamorfosi: probabile quella interiore, rara, ma non inverificabile, anche quella esteriore.






Immagini da:
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37 commenti su “Ermione indossava un Lanvin verde salvia”

  1. Quella poesia piaceva enormemente anche a me. L’avevano rifatta in versione rap con sottofondo di pioggia alcuni compagni di classe al liceo. A me il rap non piaceva molto ma scrissi la sceneggiatura di un video amatoriale che non fu mai girato, troppa difficoltà per la location. 🙂 E la pioggia, mica facile, bisognava aspettare la pioggia. Adesso che ci penso, un vestito come questi sarebbe stato l’ideale. Grazie di questo post, mancava la costumista di quel pezzo mai realizzato.

  2. A volte faccio pensieri assurdi e immagino che l’erba sia blu e il cielo rosso… inverto i colori e provo ad immaginarli “naturalmente invertiti”… il verde è la perfezione, nessun’altro colore poteva rendere tanto bene il mondo dove viviamo.

  3. Io amo il verde muschio. mi rigenera. mi fa sentire parte di un mondo diverso. Non so dirti cosa voglia dire, ma è il mio colore quando sto giù. e a letto… solo pigiamini verdi.

  4. Ma Eva che parole bellissime? Mi riesci ad incantare ogni volta, ti immagino come una Carrie Bradshow che però spazia in ogni campo, a volte con frasi ricche di cultura, a volte con parole divertenti che fanno sorridere.Quanto sei brava!!

  5. bello tutto questo verde!
    anchei o lo adoro nell’ultimo periodo e scelgo varie sfumature per le cose che indosso o mi circondano…
    anche per un cerimonia che avrò prossimamente ho acquistato un abito verde…. ne hai proposti tanti e bellissimi, ma il mio non c’è

  6. Apparte i complimenti per la selezione di foto che realmente sono meravigliose,hai un gusto fantastico 🙂
    Non posso che concordare con te, c’è ancora bisogno nelle giornate frenetiche in cui il cervello bolle come la pasta sul fuoco,di una passeggiata fra gli alberi o nel piccolo giardino di casa,decisamente ci si sente rinati subito dopo 🙂

  7. Che splendido post! ti abbiamo scoperta per caso,eppure già amiamo il tuo modo di scrivere percorso da questa sensazionale vena poetica e l’unione che ne fai con la moda.
    La pioggia nel pineto:una delle nostre preferite!
    Peccato che il verde sia così poco portabile e doni veramente a poche tonalità di pelle! Noi preferiamo portarlo sugli occhi o sulle unghie!
    Passa da noi(non è un plurale maiestatis,siamo in 2 ehe)

    -M.C-

  8. Io non amo particolarmente il verde, avendo i capelli biondi e la pelle chiarissima mi sa che non mi dona.
    L’unica cosa di colore verde che non posso non portare sono i miei occhi 🙂
    Un abbraccio, Dona Flor

  9. Amo il tuo modo fatto di verde, mi piace come lo descrivi
    “forse anche lieve metamorfosi: probabile quella interiore, rara, ma non inverificabile, anche quella esteriore.” Bellissima frase, hai gran classe ragazza.

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