Il bianco a primavera non può essere considerato un consiglio, ma un inno.
È qualcosa che tutti sanno, non ha bisogno di incoraggiamenti, suggerimenti d’abbinamento, perché come chi ha forte personalità sta bene con se stesso e con chiunque altro.
Il bianco è riparo, è chiarezza, è eleganza autentica.
Il bianco è sempre un inizio, e non c’è nulla di più bello al mondo degli inizi. Di un cielo all’alba, di una sposa in controluce dell’altare, del latte che dà il buongiorno, della pelle che trova coraggio al primo sole.
Il bianco puoi solo amarlo, esattamente come la neve, una rosa, il contorno che risalta quell’iride che sconvolge il tuo senso del colore.
Bianchi sono anche i fogli, prima di essere impressi di tecnica e pensieri.
Il bianco è sempre una scommessa, sia quando lo indossi, sia le volte in cui lo pensi.
Bianca è la camicia over size inamidata e stretta con una cintura che fa due giri e mezzo intorno alla vita e poi fa un cappio accanto alla fibbia.
Bianco è l’abito di cotone stropicciato, appena preso dalla valigia del cambio armadio e immediatamente indossato.
Bianco è il primo due pezzi di stagione, vita alta e difese basse, comprato senza un briciolo di ragione, che vedrà la luce solo a fine maggio ma che denota istinto e coraggio.
Bianca è una blusa con le maniche a volant, o con un valzer di rouches intorno al collo che lascia scoperte le spalle.
Bianco è un desiderio che inizia a farsi strada a fine marzo, che indietreggia di fronte ad una pelle che gli fa ancora il verso, ma che poi esplode di passione perché un senso l’amore non ce l’ha.