Tutte le volte che una donna compra un abito con una destinazione, lavoro o tempo libero che sia, sono certa che una cellula di uno stilista muoia.
Tutte le volte che sento parlare di “collezioni”, la mia poetica di blogger fuori dalle stagioni e dentro le sensazioni accusa un colpo fortissimo. Nell’armadio e sul fianco destro, sopra o sotto un pantalone è lo stesso.
Tutte le volte che confronto la “moda donna” di una primavera con quella precedente, e con quella prima ancora, rafforzo la mia convinzione che il nuovo non è mai esistito, che il vecchio cambia restando uguale e che chi acquista sull’onda di un termometro che scende o che sale avrà sempre uno stile banale.
Tutte le volte, poi, che passo, entro, compro ed esco da Momonì mi rincuora che anche lì la pensano così. È uno di quesi posti in cui la viscosa va bene a febbraio e la lana leggera a luglio, purché tu riesca a mettere da parte ogni pregiudizio e cogliere un significato estetico personale, quello profondo che ti fa scegliere senza bisogno di abbinare.
Un negozio dove la moda è educata perché le hanno insegnato come comportarsi dappertutto, a Parigi o sulla collina Toscana, nella mattina di Natale e in un pomeriggio qualsiasi, sul divano o al tavolo di un tre stelle Michelin.
Oltre l’utilizzo e al di là dell’apparenza: la moda che piace a me deve illuminare tutti i giorni, essere vestita in ogni dove e non dettare regole. Come a dire che per legarmi deve farsi amare sciolta.
Siete uno dei miei blog preferiti, dopo avervi letto mi sento più leggera, che bello! Su tante cose concorso, questo è concettualmente uno di quei casi. Il marchio non lo conoscevo, vado a curiosare. Ciao ragazze.
Una frase che mi fa venire l’orticaria “quest’anno si usa…” banalitá allo stato puro….
Tipo che si dovrebbe rispondere: “Anche quest’anno usa che non hai capito una beata mazza!” 😉 Un abbraccio forte.