Una rubrica di tradizioni a confronto, di usanze indossate, di folclore da ricucire, di viaggi con un solo stivale e a rotta di scollo tra sole e nebbia, pizza e fagioli, sandali e cappotti.
Diversità di vivere momenti di uguali giornate, quelle scandite, ad esempio, dal carnevale sofisticato del nord e da quello esagerato del sud.
[one_half]Il carnevale esagerato del sud
Qui non è questione di chi siamo e chi invece vorremmo essere, qui si gioca a stravolgere, esagerare, caricaturare. Il carnevale al Sud lo viviamo un po’ alla maniera di Pulcinella, senza prenderci troppo sul serio, con quel pizzico di irriverenza, di arguzia e di strafottenza di goduriosa essenza. Non ci basta servire al fine di un pasto sproporzionato i nostri dolci tradizionali chiamati “chiacchiere”, tanto per ciarlare, ma il fritto croccante deve essere immerso in una salsa di cioccolato dolce e frutta candita, perché la fame ancestrale di tutto un popolo possa essere placata.
Non mi basta travestirmi da icona sofisticata e contemporanea per interpretare il mio carnevale, devo stravolgerle i connotati, perché trattiamo con sfrontatezza e con spirito burlesco persino i mostri sacri. E così sono una Audrey moderna e sfacciata, che indossa una parrucca colorata, tubino nero d’ordinanza e in luogo del filo di perle una collana esagerata. Sacrifichiamo forse l’eleganza? Che ciò ci sia consentito in questa notte di divertimento ad oltranza.[/one_half]
[one_half_last]Il carnevale sofisticato del nord
Per noi veneti respirare l’aria sofisticata del Carnevale veneziano è affare normale, tanto quanto inciampare nel dolce odore di fritto – che in questo periodo sbuca da ogni dove – e non scomporsi affatto.
Il tema scelto quest’anno dalla Serenissima è il fiabesco meraviglioso che ha origine dalla natura, capace di generare allegorie e declinazioni di fantasia, e pertanto quale migliore interpretazione potevo rivestire se non quella di una creatura mitologica contemporanea?
Una damina da cucina, con un ventaglio per l’olio in bollitura, gonna larga e ciabattina.
Metà dama e metà massaia, ho inscenato la mia personale rievocazione storica tra il mistero dell’uvetta che fuggiva dall’impasto, il sogno di un fornello che fosse il doppio del mio e la magia di un abito lungo perfetto non solo per la sera. Di naturale conservo le macchie intrise nella lana rasata, perché di mettermi il grembiule oggi non era proprio giornata.
Un’arlecchinata di vestito, umore goldoniano, del Settecento l’mp4 di Vivaldi e un palazzo di frittelle.
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Abito Ady – Zara basic
Abito Eva – Stefanel
Ricetta e immagine sanguinaccio – Come zucchero a neve
Ricetta e immagine frittelle – MaggiorDomus
Bellissimo post. Io non amo molto il carnevale… molto di più i dolci tipici di questo periodo.
Buona domenica!
Mi intriga il sofisticato, ma vado a nozze con l’ESAGERATO!!
belle, brave……….vi adoro!!
“Marina, Marina, Marina ti voglio al più presto sposar!” 😉
Buona domenica, bacio.
Siete formidabili, uniche.
Buona domenica , anche se quasi finita.
ma bisogna scegliere per forza? Propendo per un doppio Martedì grasso !!!
Eva,a me non sembrano frittelle ma favette. 🙂
Di mio sarei più attratta dal sofisticato – sebbene del Sud – ma anche quello esagerato ha il suo perché.
Ma poi perché scegliere? Meglio goderseli entrambi.
Alessia
ElectroMode
@SilverblogSurfer No no, son frittelle credimi! Su queste della foto in particolare avevo il naso sopra! 😉 Baci
MMH ci è venuta ‘na fame!
Ilaria e Martina
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è troppo bella questa rubrica.
e anche voi!
ciao
Benedetta