No, il francese non lo parlo, però credo di essere parigina.
Diciamo che forse tutto nasce dal suono del bonjour.
Avete presente come danza il bonjour nei pressi dell’orecchio? Non è buongiorno, ben svegliata, buona giornata, che Dio te la mandi buona pure oggi, è boooon-jourrr e ha la stessa melodia che fila via liscia di parigine che si srotolano d’emblée dall’alluce al ginocchio.
Non chaussettes dal rumore secco e increspato o collant dal suono irritante, ma vezzi per gambe che vogliono intonarsi ad atteggiamenti modulati all’oltralpe.
Come parole in versi.
Sillabe di altissima eleganza misteriosa, quasi invulnerabile. Come una femme di Truffaut.
Perché le parigine non hanno funzione definita, scandiscono solo il passo ritmando un allure, quella più o meno simile all’“Ohhh!” che sempre mi fuoriesce “francesissimamente francese” in Boulevard de Sébastopol, in Rue Washington o in Avenue Montaigne quando, rimembrando il mio boooon-jourrr mattutino, so come si conduce una baguette a giro gomito, sac a giro dita e tacchi leggeri a giro lana caviglia-coscia.
Saltellare stili dentro sacchetti cilindrici di caldissimo charme, che se proprio non parlo la lingua, che almeno io possa masticare una cadenza.
Immagini da:
Crush cul de sac
Pretty Stuff
Quanto vorrei avere delle gambe per potermi permettere parigine tutti i giorni!
Life, Laugh, Love And Lulu!!
La frase di Victor Hugo lascia intendere tutto!
Buona giornata, oppure… Bonjour!!!
kisses
PatriciaBrand
Ode alle parigine!!
Fabiola
wildflower girl
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Tra le cose che vorrei sapere rientra sicuramente il francese. Al momento mi accontento di indossare le parigine, anche sopra i collant così da tenere più calda la gamba:P Un bacione Eva, buona giornata!:*
che se proprio non parlo la lingua, che almeno io possa interpretarla con stile! un abbraccio cara Eva.
Tres joli il vostro post. Marsibel 🙂
Per gambe che parlano in versi, le parigine sono perfette, peccato che le mie conoscono solo la prosa!! Baci e buon fine settimana!
Oh, très chic! j’adore.