Scìa di Persia


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Non c’è ambizione più grande che viaggiare. Persino la brama di potere, di successo di danaro, non possono eguagliare il desiderio di libertà, di conoscenza, di scoperta.

Quando da bambina la mamma mi chiedeva di passare l’aspirapolvere sul suo prezioso tappeto persiano, e di farlo con delicatezza perché si trattava di un regalo di nozze addirittura annodato a mano, io lo accarezzavo con la mano e pensavo che se stringevo forte gli occhi, su quel tappeto avrei potuto persino volare.

Sarei andata fino in Persia, nel misterioso e lontano oriente ed al rientro avrei portato con me la scìa di un profumo speziato che annusando quel tappeto mi sembrava di poter sentire.

Ed è così che l’Iran è entrato di diritto tra i miei paesi da “conquistare”.
Ma per quanto i nostri mappamondi immaginari siano pieni di bandierine puntate sui tutti i luoghi che vorremo vistare, ho scoperto che ne esistono alcuni ai quali dovremmo rinunciare.

Forse non porterò mai la scìa di Persia tra gli arredi del salotto di mia madre, potrei portarne però il soffio fatato tra le ante del mio armadio.

La collezione toast spring summer 2014, con iI colori saturi del cielo d’oriente e quelli della terra brulla ma viva, mi ha catapultato in un attimo in quel luogo proibito, ed è stato quasi come volare su quel tappeto magico che carezzavo da piccina.

E voi come scegliete la meta di un viaggio?
Noi lo facciamo sempre sulla scia di un’emozione.

toast ss 14

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