Smart Working: le regole da seguire per lavorare (anche) da casa con efficienza

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Smart working, vale a dire lavoro snello, flessibile, autonomo, da casa o da dovunque si voglia.

Se l’Italia è da sempre una Repubblica fondata sul lavoro, possiamo aggiungere con certezza che sarà via via sempre più fondata sul lavoro da casa!

Ubique Chic

Lavorare da remoto è una modalità praticata già da tempo dai freelance (talvolta anche da noi di Ubique) che, a causa dell’emergenza Coronavirus che molti Paesei stanno affrontando, sta diventando un’alternativa diffusa e sperimentata anche da chi finora ha vissuto la sua professione solo tra le mura di un ufficio.

Smart Working definizione: che cosa significa esattamente?

L’Osservatorio del Politecnico di Milano definisce il lavoro agile così:

”Una nuova filosofia manageriale, fondata sulla restituzione alle persone di libertà di scelta di spazi, orari e strumenti, a fronte di una maggiore responsabilizzazione sui risultati”.

Lo smart working altro non è che una riorganizzazione del lavorare in ottica più evoluta, che punta più agli obiettivi da raggiungere che ad orari e presenza fisica da rispettare.

Alla base di un’attività di smart working performante a nostro avviso risiedono chiarezza, fiducia reciproca tra le parti coinvolte e un vero e proprio vademecum da rispettare per farlo funzionare al top.

Trasparenza, responsabilizzazione, scadenze precise, ottimizzazioni dei tempi: in una parola sola, professionalità.

Soprattutto per chi vive una realtà di lavoro subordinato, lo smart working si presenta davvero come una rivoluzione culturale.

Se ben progettato, infatti, permetterà di agevolare i ritmi di vita personali migliorando, allo stesso tempo, la propria produttività.

Non va confuso con il telelavoro, mi raccomando, che prevede invece quasi esclusivamente un cambio di sede, lasciando vincolato il dipendente/collaboratore a una postazione fissa e uguali orari che avrebbe in ufficio.

Una tecnologia adeguata, va da sé, è l’unico “obbligo” che un’azienda dovrà predisporre e un lavoratore pretendere, per non scivolare in gap tech che potrebbero influenzare negativamente la produttività.

Smart working: le regole da seguire per un lavoro da remoto efficace

Sia che decidiate di lavorare da casa, da uno chalet di montagna o da un tavolino vista mar Mediterraneo, ecco alcuni accorgimenti da tenere in considerazione per uno smart working sempre fruttuoso.

1. Smart working: l’ordine esteriore porterà ordine interiore e lucidità di fare business

Chi lavora da casa, lo sa: la tentazione di vivere in vestaglia 7 giorni su 7, trasformandosi così in creature metà uomo e metà pigiama, è forte, e caderci è un attimo.

La prima regola è proprio questa: puntare la sveglia come fareste per un normale giorno di lavoro.

Iniziare, quindi, la giornata da caffè, passeggiata col cane o qualsivoglia abitudine, doccia, trucco e vestizione.

L’abbrutimento renderebbe privo di brio e lento anche il vostro lavoro, e seguire buone regole è sempre fondamentale, anche e soprattutto quando i paletti sono autoimposti. Smart working: educare amici e familiari

2. Smart working non è sinonimo di tempo libero trascorso in casa.

Amici, mariti e parenti che approfittano delle vostre ore passate a lavorare tra le mura domestiche per infilarvi l’appuntamento con l’idraulico “che può venire solo al mattino” o che vi suonano il campanello per un caffè al volo perché “tanto voi siete sempre a casa” vanno educati.

Proteggete sempre il vostro operare, anche se la vostra professione si esprime dalla scrivania di un appartamento.

3. Smart working: la predisposizione dell’ufficio

Predisponete una posizione di lavoro in un angolo della casa che possa essere dedicata soltanto a quell’attività.

Separare gli spazi e il loro utilizzo non confonderà i momenti della giornata e i luoghi della casa, né vi farà sentire sempre nello stesso posto.

Per esempio, vivere tutto dal tavolo della cucina, dal pranzo all’invio di una mail fino a una call Skype, creerà nervosismo e mescolanze inopportune.

Costringerà, inoltre, a “mettere e togliere” computer, agende e quant’altro più volte al giorno.

4. Smart working: definire sempre degli orari di lavoro

Sembra incredibile, ma chi lavora in modalità smart, si trova a restare davanti al monitor molte più ore di chi opera dal consueto ufficio.

Stabilire un orario di lavoro è fondamentale per non venire meno a un planning delle attività, e per non ritrovarsi a lavorare 13 ore al giorno, magari prolungate da una lavatrice da stendere o una spesa veloce da fare.

Programmare una pausa di metà mattina, una per il lunch, uno stacco al pomeriggio e una chiusura più o meno attorno alle 18.00, imprevisti permettendo.

Questo non vi farà fagocitare dal lavoro, né perdere la frequentazione di altri interessi, come andare in palestra per esempio.

Non dimentichiamo che tra i primi fini dello smart working c’è raggiungere un miglior equilibrio tra qualità della vita e produttività individuale.

5. Smart working: la concentrazione

Ricreare un ambiente favorevole a concentrarsi è un altro aspetto cui dedicare cura.

Eliminare le distrazioni il più possibile così da non interrompere la propria attività è una scelta più obbligata che suggerita.

L’autonomia è una conquista che va protetta!

Insomma, se state sperimentando per la prima volta di lavorare in modalità smart, dovrete imparare piano piano a beneficiare dei vantaggi che concede e autodisciplinare le vostre giornate.

Prima troverete i migliori compromessi per voi stessi, prima ne apprezzerete la sua più intima essenza: quella dell’autogestione del vostro tempo!

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