Le favole dovrebbero essere coniugate al presente, iniziare con un “C’è” e finire con accadrà.
Non ci dovrebbe essere concesso che guardare avanti, d’ora in poi, e costruire sogni nei minimi dettagli così come costruiamo i set di still life sui profili instagram.
Bisognerebbe sognarlo di notte il proprio presente o raccontarselo a voce bassa mentre ci si rotola tra le coperte in quel limbo tra il sonno e il risveglio.
Accendere la giornata prima ancora che il caffè sia stato preparato e la faccia lavata.
Lo vogliamo così questo presente, con gli abiti che avevamo pensato di indossare la sera prima e che al risveglio ci sembrano sbagliati, basato sull’impronta, sulla sensazione di un momento, che ci fa cambiare strada d’improvviso, sterzare, tornare indietro, perché abbiamo dimenticato un abbraccio.
Il preciso istante in cui decidiamo, prenotiamo un viaggio, saltiamo su un treno, tendiamo le mani al nostro domani, indossiamo il cappotto lungo e anche se piove usciamo, in cerca di due braccia che ci circondano e che sono il luogo dove ci sembra che la calma sia una dimensione umana.
Prendiamo tutta la nostra vita e trattiamola conun briciolo di irriverenza, rispondiamole a tono quando ci fa arrabbiare che tanto è la nostra ed è tutto ciò che ci rimane. Diciamole, quando ci fa paura, quando è agitata, che abbiamo un porto sicuro nel quale rifugiarci, che c’è sempre qualcuno che ci tende le braccia aprendoci la porta, che ha il sorriso di un bambino, la faccia adirata di un padre, le labbra socchiuse di un innamorato, il naso arricciato di un’amica, il sorriso accennato di un fratello.
Un abbraccio ci salverà, fosse anche solo per un momento, ma quando si sarà diradato anche il tempo ci sembrerà meno grigio.
Immagini via tumblr, pinterest.
Bellissime parole.
Sei Grande Eva!!!
Un caro saluto.
Erika