Oltre a caratterizzare l’universo donna, gli estremismi femminili hanno la magica capacità di tirare fuori il possibile non solo dal probabile ma perfino dall’assurdo.
Nei tempi incerti di una stagione, due capi antitetici come un cappotto e una sottoveste accorciano la distanza del loro eccesso di stereotipo e insieme creano look originali e tremendamente graffianti.
Nei tempi incerti di una dieta, mescolare mele verdi scarsamente zuccherine a virgole di cioccolata densa ha poco da spartire con la prova costume che si avvicina, ma molto da condividere con il buonumore da buttare in valigia a lato del bikini taglia 44.
Nel tempo incerto di una giornata, guardare le scie degli aerei, credendole elefanti mascherati da nuvole, stupisce la credenza di chi ci ritiene troppo melanconiche e apre varchi spazio temporali nelle menti a una sola corsia.
Piangiamo e ridiamo perché, sotto sotto, sappiamo che quelle lacrime idratano la pelle, cambiamo umore per non farti annoiare, teniamo Vogue in borsa e romanzi dell’800 sul comodino perché per noi la cultura è un fatto personale, da approfondire lontano da uno schema accademico e vicino alla nostra essenza.
Nel tempo incerto di un tratto di vita, quando le risposte non sono assegnate e pure le domande vacillano, noi siamo quelle che usciamo a comprare fiori al mercato perché arredano un tavolo, allungano il gusto di un toast e macchiano di primavera una sottoveste, quella che sta lì, proprio sotto al cappotto di aprile.