Certe domeniche – il cambio armadio e le visite inaspettate


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Con certe domeniche mattine non ho molta confidenza. Quando mia madre a ora di pranzo mi chiama per dirmi “meno male che il tempo si è aggiustato”, mi schiarisco al voce e fingo di sapere che fino a qualche ora prima il cielo era annuvolato.
Le domeniche mattine sono una conoscenza occasionale, sono quella tizia di cui mi ricordo la faccia ma mai dove l’ho incontrata. Forse un giorno l’ho incrociata in ascensore con le valigie alla mano e l’auto pronta per partire e l’ho portata con me in autostrada senza che avesse il gusto domenicale, mordendo un panino o allungando con la lingua una gomma da masticare.

I pomeriggi domenicali invece ormai li conosco da una vita, sono invadenti, interminabili ma non mi fanno più nemmeno arrabbiare. Sono come quei vecchi amici che si dimenticano sempre di citofonare, te li trovi fuori dalla porta con la bustina del supermercato e dentro 3 o 4 lattine gelate, pronti a piombarti sul divano a guardare le partite e dopo un po’ di loro ti sei completamente dimenticata. Non ti accorgi nemmeno di quando vanno via, come se avessero lasciato la casa di soppiatto lasciando la Tv accesa e le briciole delle patatine dentro al piatto. I pomeriggi domenicali sono fatti per fare ordine, dentro le agende e i portafogli zeppi di scontrini da buttare. In maggio sono perfetti per il cambio armadio, per rovistare tra le t-shirt acquistate nei vecchi viaggi e trovare spazio alla pelliccia animalier che è ormai tempo di archiviare. Sono quelle in cui si fa vista agli sgabuzzini che sono come i vecchi parenti che non vorresti mai andare a trovare, perché sai che per prendere la scatola dei ricordi dal ripiano più alto finirai per far cadere gli addobbi di natale.

Le sere di domenica sono come i fidanzati del liceo, affidabili, sinceri, quelli ai quali avevamo giurato eterno amore e che invece abbiamo lasciato andare per una lieve fibrillazione atriale per un tipo con un tatuaggio a forma di pugnale. Le domeniche sere hanno il sapore dei maccheroni del pranzo ripassati in padella, che poi qualcuno ci deve ancora spiegare cos’ha contro le minestre riscaldate, che a me sembrano sempre più buone di quando le ho cucinate. Dicono anche che le domeniche sere siano fatte per ritornare, sui propri passi, sui libri che ci hanno formato, dentro i vestiti che avevamo dimenticato, a volte dalle persone che abbiamo amato. Ed è così che potrebbe capitare che qualcuno bussi alla mia porta con una bottiglia di vino in mano, e mi trovi con la Tv sintonizzata su Sky calcio e la padella sul divano, a danzare in una sera di maggio tra le palline dell’albero di natale con addosso il pigiama con sopra la pelliccia leopardata e mi sorrida dicendomi “che tu sia pazza è l’unica cosa che con te posso dare per scontata”.

4 commenti su “Certe domeniche – il cambio armadio e le visite inaspettate”

  1. Meglio l’inaspettata pazzia che la certa monotonia 😛 Sai, io ho sempre odiato le domeniche pomeriggio, mi mettono una certa malinconia. Ma le sere sembran più accoglienti. Un bacione Ady, buonanotte!:*

  2. che bel post… io detesto lavorare il sabato, così la domenica ti inganna con il sapore del sabato ma alla sera… sai che il giorno dopo è lunedì!

    ps. bello il pattern con le impronte del caffè!

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