Finger Food

Quando mio marito mi comunica che siamo stati invitati a cena da Luca penso immediatamente che se non ci farà magiare il tonno direttamente dalla scatoletta ci andrà assai vicino. Luca cadrà sicuramente nel cliché del quarantenne separato da poco e non potrà offrirci di meglio di un piatto di farfalle al salmone.
Negli ultimi mesi ho sentito dire di tutto della sua ex, bastardasenzacuore, l’ha ridotto in mutande, ma tutti rimpiangeranno per sempre la sua cucina,  i suoi piatti di ceramica vietrese e le sue tovaglie di fiandra.
Arrivati nel suo monolocale in affitto, Luca ci accoglie sorridente e felice.
La casa è già piena di gente, perché lui ha voluto invitare tutte le persona che gli sono state accanto negli ultimi tempi.
Niente tovaglia di fiandra, niente servizio di vietri, e niente posate!
Luca ha fatto di necessità virtù ed ha  preparato del FOOD FINGER, prelibatezze da mangiare direttamente con le mani. Sulla tovaglia di cotone bianco, coppetielli di carta da frittura contengono ogni ben di Dio, fritto di pesce, polpettine ai semi aromatici, verdurine in pastella.
Luca ci stupisce e ci delizia, e mi insegna che si cade nel cliché solo se si inciampa nei preconcetti.

La grafica è stata creata unicamente per questo post se volete utilizzarla siete pregati di citarne la fonte

Polpettine di pesce ai semi aromatici

Ingredienti: Pepe,Farina 50, Gambero 200 gr Pistacchi secchi 50 gr Prezzemolo, Sale,Uova 2 numero, Cipolla, un filetto di sogliola 300 gr, Olio, semi di sesamo.

Preparazione: Lavate i filetti di sogliola e i gamberi, asciugateli e sistemateli in un mixer da cucina. Aggiungete la cipolla a pezzetti, il prezzemolo e macinate finché il composto risulta compatto. Mettete la polpa macinata in una terrina, unite il panino ammollato e strizzato, 1 uovo, aggiustate di sale e pepe e amalgamate con le mani. Formate con il composto delle polpettine, passatele prima nella farina, poi nell’uovo sbattuto e infine nei semi aromatici. Scaldate abbondante olio in una casseruola, tuffatevi poche polpette per volta e lasciatele dorare uniformemente. Scolatele con la schiumarola, sistematele su fogli di carta assorbente e poi servitele calde.

 

 

22 commenti su “Finger Food”

  1. e smettiamola con questi falsi pregiudizi.
    Noi single maschi possiamo essere degli ottimi cuochi.
    Sono le donne (che son sempre a dieta ) a non saper cucinare. :))

  2. Scusa ma mi appello al commento precedente…io sono piemontese e il fritto misto alla piemontese è proprio un’altra cosa e tra l’altro si mangia tranquillamente seduti a tavola!
    in ogni caso…il quarantenne separato deve fare di necessità virtù e del resto il finger food è così trendy!
    Mari

  3. Direi che per voi è stata una vera e propria sorpresa… no???
    Ciao scusa l’intrusione passavo e mi son fermata a curiosare spero non ti dispiaccia… buona serata!!!

  4. Ciao dolcissima!Che bello qui da te…
    Beh!Eheheheh…sempre meglio di niente!
    Ahahah!dai dai geniale Luca!
    Molto bello ciò che scrivi…anche tu hai talento.
    Felice di averti conosciuta.
    Grazie per le tue dolcissime parole.
    Dolce serata.

  5. Le mie papille gustative sono in festa:fritto di pesce e verdure in pastella…benvenga il finger food …ed il divorzio di Luca se serve a gustare questo ben di Dio. Scherzi a parte posso unirmi alla cena?

  6. UNA CENA EMOZIONALE
    ……così quando lui riuscì a penetrarla nel suo inaccessibile addome cosparso di spine per estirparle il cuore, l’aragosta ancora sussultava viva.
    L’ultimo fievole battito lo aveva esalato tra le sue dita.
    Sulla tovaglia candida c’erano molte più spine che sangue, e la meraviglia di quella coda a forma di ventaglio.
    Quella che lui s’apprestava ad imbandire era una cena essenziale che doveva nutrire il cuore e non lo stomaco.
    Una cena emozionale.
    Solo così avrebbe avuto senso il sacrificio dell’aragosta.
    Il suo piccolo cuore accartociato nel pangrattato e profumato di spezie per cancellare il sapore acre dell’agonia,
    inumidito dall’umore solido dell’olio, adornato
    di stille trasparenti di limone, imbandalzito da un ciuffo perentorio di prezzemolo,
    lo offrirà a lei nella loro ultima cena,
    sulla tavola imbandita con la tovaglia delle grandi occasioni, apparecchiata con la nostalgia di quelle stoviglie comprate insieme, che ora più che mai non hanno senso, ma sono le uniche della casa e le più belle, quelle che sanno di ricordi comuni e di una storia d’amore che non c’è più.
    Le offrirà nel piatto, come un germoglio rosato di primavera, il piccolo cuore dell’aragosta, e sarà quella l’unica portata di questa sua cena emozionale.

    Ciao Ady, come già ti ho detto sei brava davvero con le parole, e che i tuoi scritti sono assolutamente deliziosi e, questo lo è in particolare perchè, con ironia, ma anche con intelligenza, e partecipazione, riesce a raccontare una situazione di vita che spesso si è costretti ad affrontare.
    Ti offro la mia “versione dark” del tuo racconto
    Un bacio
    Marilena

I commenti sono chiusi.

Carrello