Il danno della chiusura per la chiusura





Non avere più un uomo tra le mura domestiche comporta piacevoli vantaggi e disagevoli svantaggi.

Invitare la tua migliore amica a cena tutte le sere è un vantaggio, portare fuori le immondizie olezzanti uno svantaggio, ad esempio.
Allo stesso modo è vantaggioso non nascondere l’ennesimo paio di scarpe per una settimana nel bagagliaio dell’auto, mentre è svantaggioso dovertela lavare con puzzolenti guanti caprini e acqua gelida, quella stessa auto.

E così via.

Sono giorni che mi diverto a stilare questo elenco mentale dei pro e dei contro e venerdì mattina, casualmente, sono incappata nel lato negativo più terrificante, più infernale, più drammatico, più barbaro e talmente schiacciante da annullare qualsiasi beneficio o convenienza fino a quel momento scovata: LA CHIUSURA DELLA ZIP COLLOCATA SULLA SCHIENA.

La chiusura della zip è per me un frangente solenne, un momento magniloquente, un vero e proprio rito sacro di inizio giornata, grasso di impalpabile charme, colante di intangibile grazia.

Quando la lampo sale, solitamente sono posizionata in piedi e l’istinto primo è quello di socchiudere gli occhi.
Il rumore dei dentini che si uniscono l’un l’altro deve arrivare lento, ma inesorabile, come una melodia del dolce risveglio, che se è troppo decisa infastidisce, mentre se è troppo fiacca spegne il climax del momento.
Quel ritmo, contemporaneamente, accompagna la beatitudine della sensazione fisica dell’abito che ti avvolge, che ti fascia, che si fa sempre più aderente, arginando prima i fianchi, poi il ventre, la schiena e il seno, ma che sa quando fermarsi, al punto giusto, prima di iniziare a stringerti.

Alla riapertura degli occhi il gioco è fatto: devo solo specchiarmi e ripetermi ogni volta che quello non è stato solo un acquisto, ma una vera e propria benedizione per l’umore.

SE l’uomo (che ovviamente deve essere stato ben erudito ed addestrato nel tempo per compiere questa manovra in maniera corretta ed impeccabile) viene, ahimè, a mancare, si apre il precipizio del fai-da-te, del tipo che non puoi crederci se non l’hai provato: braccia troppo corte, dita a rischio frattura per l’eccesso di prolungamento, incolumità del collo minacciata per la sperticata torsione.
Seguono come corollari aumento della sudorazione per il movimento non abitudinario, piega anomala del tessuto sopra la coscia del lato destro che non dovrebbe assolutamente sussistere alle 7.44 del mattino, piccolo lembo del reggiseno impigliato tra i dentini della cerniera stessa e, ovviamente, inevitabile prematura incazzatura della giornata.

Un incubo.
Non c’è più nulla di raffinato, niente di sacerdotale, seducente o prodigioso.

La chiusura non ha giovato alla chiusura, è innegabile.

Ma non temere, oh zip, porremo rimedio, troveremo una soluzione: se non sarà una “lampo sitter” stipendiata a mezze ore e a giorni alterni, sarà una protesi di dito indice di 20 centimetri oppure un corso intensivo per addestramento gatti localizzato.

…E se anche tutto ciò non dovesse andarti bene, pazienza, ti tradirò per abitini stretch o portatori di allacciatura laterale, perchè di uomini a dimora fissa, sappilo, non se ne parla.
Non se ne parla nemmeno.




Immagini da:
Ciarabird.tumblr.com
Dustjacketattic.tumblr.com
Modernhepburn.tumblr.com
Prettystuff.tumblr.com
Sorakeem.tumblr.com
Victoiredesamothrace.tumblr.com

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56 commenti su “Il danno della chiusura per la chiusura”

  1. Questo post è fantastico! Adoro il tuo modo di scrivere, sei bravissima, oltre che un’attenta osservatrice della realtà (quant’è vera questa storia della lampo!!). Ti seguo con molto molto piacere! A presto =)
    Kiss

  2. come sempre ILLUMINANTE! io non l’avevo ancora trovato un valido motivo per tenersi un uomo in casa, per un pò mi ero soffermata sulla sua abilità ad abbassarla la chiusura, ma mai avrei saputo cogliere l’importanza di saperla alzare con classe. geniale. un bacio

  3. Ciao cara!!!

    TESORAAAAAAA…questo post, ed il tuo modo di raccontarlo (come sempre!!!!) è fantastico…

    TU SEI FANTASTICA!!!

    Un vero piacere averti conosciuta! ;o)

    Baci mia dolcissima “premiere dame”!!! ;o)

    Kisse…NI

  4. ciao,

    per me che vivo sola quest’estate è stato un incubo …..questa lunga cerniera sulla schiena che riuscivo a chiudere fino alle scapole…..poi ci pensava il primo o la prima malcapitata che incontravo random ….

    ave

  5. Mio marito tempo fa mi ha fatto la stessa osservazione, chiudendomi la zip mi ha chiesto: “ma le single come fanno?”
    Io gli ho risposto : “un vicino ce l’avranno, no?”
    😉

  6. hahahah, cara mia, sei un mito! In effetti una donna si accorge che un uomo in casa ha il suo perché in momenti come questo! 😀 Ma sono sicura che saprai farne a meno, anche perché, tirata su la lampo, cosa gli fai fare le restanti 23 ore e 59 minuti??? 😉

  7. Mi hai fatto sorridere, è proprio vero quello che hai scritto. Da poco mi è capitato di dover indossare con difficoltà un vestito con solo una parte della zip aperta proprio per timore di non riuscire a richiuderla 🙂

    Mi piace il tuo blog, ti seguo!
    Se ti fa piacere ti aspetto nel mio Cheap is Chic

  8. …non c’era zip. Solo un pertugio troppo stretto per far passare le spalle..e così domenica sono rimasta incastrata in un abito che stavo provando al centro commerciale.
    Ne esco dopo 10 minuti di lavoro e 1 litro di sudore!

  9. sei grandiosa… del resto non è detto poi che l’uomo a divora fissa sia in grado di allacciare la zip…
    nessuno te lo assicura….. il fai da te è sempre la migliore scelta

  10. ciao Eva
    ecco a cosa servono gli uomini…
    purtroppo ogni situazione ha i suoi vantaggi e i suoi svantaggi….

    ^___________^

    a volte è meglio chiudere…. ma poi bisogna chiamare la vicina per farsi aiutare a chiudere la zip dal fondo schiena in su 😉

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