Se esiste un colore davvero versatile credetemi è il giallo.
Spesso ci abbandoniamo alla disperazione credendo che i colori più accesi e vitaminici siano quelli più difficili da abbinare, invece il giallo ha infinite possibilità di abbinamento ed è sempre chic d’estate come d’inverno. Il giallo sta bene con?
La risposta è semplice, il giallo sta bene con tutto!
Ce lo chiediamo spesso, mentre ci accostiamo una camicetta color limone al viso pensando subito alle varie possibilità di abbinamento.
Ne consiglio fortemente l’utilizzo, perchè è un colore che ha grandissima personalità capace di illuminare look spenti.
Adoro il giallo abbinato al rosa polvere o rosa cipria, che conferisce al giallo un allure molto chic, ma è possible abbianarlo con gran risulatato anche al viola, al nero, al blue…
E non crediate che si tratti di un colore solamente estivo o primaverile, pensate all’inverno e a quanta luce può dare un cappotto giallo.
Se state cercando un’idea per rinnovare il vostro stile concedetevi un accessorio giallo e non abbaite timore di osare!
Vi lascio un vecchio racconto in cui ricordo come da bambina mi innamorai della moda e del colore giallo!
Prechè il giallo sta bene con tutto persino con i ricordi.
I miei capelli lunghi per anni mi hanno contraddistinto. Ero Ady “quella con i capelli lunghi che abita infondo al viale, in quel palazzo senza citofono che per chiamarla devi urlare forte perchè stà pure al settimo piano”. Ma se urlavi troppo forte il portiere ti sgridava, perchè c’erano quelli che facevano il turno di notte allo stabilimento, e alle 9 di mattina avevano appena preso sonno. Poi c’era Anna, quella magra magra, che persino il body di lycra, quello della ginnastica artistica, le stava largo; Raffaella invece ara abbondante e con un corpo sinuoso già a sette anni, la mamma sotto al body le piazzava la maglietta intima, che dopo due giri di corsa era sudata fradicia. Graziella la distinguevi per i capelli ricci come un cespuglio e per due simpatiche fossette sulle guance pienotte.
Credo che la passione per la moda mi sia venuta proprio in quei tempi, andavamo ancora alle elementari e vestivamo tutte uguali perché il mercatino rionale era uno soltanto, e Armando quello che portava i vestiti per i bambini, veniva solo il mercoledì. Così quando Armando faceva una svendita e metteva tutte le magliette sul banco, togliendole dalle gruccie che gli davano un’aria proibita, le nostre mamme facevano l’affare e noi andavamo a scuola tutte con la stessa maglietta.
Il giovedì a scuola si andava con la tuta da ginnastica perché c’era l’ora di educazione fisica, e io mi vergognavo da matti ad uscire di casa con quella tuta di acetato blu. Un giovedì Graziella venne a scuola col pigiama, la sua mamma le aveva detto che era una tuta, e tutti la presero in giro.
Però Graziella era quella che vestiva meglio, perché a lei gli abiti li prendevano usati, il suo abbigliamento particolarmente estroso era unico, io invece per sentirmi disuguale dovevo ingegnarmi parecchio. Al mio jeans kensington west avevo fatto cucire un bordino di passamaneria dorato, e facevo applicare degli scudetti alle magliette del banco di Armando. Cercavo anche di accostare i colori in maniera inusuale, e quando chiedevo a mia madre se il giallo stava bene col viola lei mi rispondeva sempra “ma certo, il giallo sta bene con il viola, col verde, col rosso…” e sciorinava tutti i colori che le venivano in mente come fossero i santi sul calendario.
Se esiste un colore davvero versatile credetemi è il giallo
Poi c’era la signora Longo, la nostra anziana vicina di casa che per me era una nonna; faceva la sarta, e ogni tanto ne approfittavamo, mia madre comprava uno spezzo di stoffa e mi faceva cucire una gonna a pieghe a costo zero. Ma anche il risultato era zero perché la signora, benchè sarta finissima, aveva la mano larga e le gonne me le faceva sempre enormi, “per la crescenza” diceva lei, che poi era la crescita, ma io pesavo sempre 28 kg e la gonna mi casava da tutte le parti.
I ricordi dell’infanzia sono sempre teneri e profondi, specie se a segnarli ci sono particolari forti e che rimangono vividi nel tempo. Molte volte sono questi ultimi che ti aiutano a tenere svelta la memoria. Complimenti per il tuo blog è molto carino, ti seguo! Se ti va puoi dare un occhiata al mio ;D . A presto!
Ady che belli i tuoi racconti..perchè non metti una foto quando eri piccola?
b.w.e
oddio che bello, come mi piace accendere il pc e venire a trovarti…
questo post mi ha fatto venire in mente l’infanzia: me e mia sorella, i vestiti terribili che ci infilava mamma, i colori mal accostati, i capelli sempre in disordine e le tute di acetato… i pantaloni di felpa arancioni e le scarpe da ginnastica con gli strappi, sempre sbucciate sulle punte!
sei meravigliosa
buon pomeriggio
ti ringrazio per il commento…
è un discorso lungo ma dipende cosa intendi per normalità…la mia ragazza fa la booker in pratica gestisce le modelle per le campagne pubblicitarie e sfilate in tutto il mondo, io facccio il pr di moda. la maggior parte, ma non tutti, dei nostri amici lavora nella moda. quindi…la normalità per me è l’equilibro che riesci a trovare in te stesso.
ciao ady e grazie ancora per il commento.
Nicola freshONpr
Mia mamma faceva la sarta, quindi tutti i miei capi portavano la sua firma…
E solo le variazioni di peso mi costringevano a cambiarli, o non mi sarei mai stancata di indossarli, cosa che invece oggi mi capita ogni volta che finisce la stagione…
questo post mi ricorda tanto quando ero piccina anch’io. mia madre mi cuciva tanti vestitini e guardacaso mi constringeva a vestirmi uguale a mia cugina (devi sapere che mia zia è una sarta mentre mia madre no e quindi compravano la stoffa e cercavano di risparmiare).così per anni, fino alle medie, avevo sempre cose fatte a mano e tra l’altro uguali a mia cugina. e non potevo neanche fiatare se avevo qualcosa in contrario. alle medie poi ricordo che mia madre mi faceva mettere per l’ora di eduzacione fisica dei fuseaux orrendi blu con una striscia laterale bianca (presi dal mercato) e il polsino sotto la caviglia, calzini di spugna bianchi e scarpe simil-superga rigorosamente blu!!!quanto odiavo quell’abbigliamento…per non parlare della sua fissa che mi vietava di comprarmi scarpe e vestiti firmati…per fortuna alle superiori ha cambiato regime!!!ora le cose vanno meglio ma ti confesso che per molte cose è ancora lei a decidere cosa devo comprarmi…ma purtroppo quando non hai una dipendenza economica è così!:(
Mi piace leggere i tuoi post hanno sempre qualcosa di speciale sospeso tra realtà e sogno!
Vivide le descrizioni tuoe delle tua amiche d’infanzia!
Mari
se ti va avrei una sorpresa per te sul mio blog.
Ciao.
Mari
Ti prego, SCRIVI UN LIBRO.
cara ady ti scrivo nuovamente qua,perchè mi sono accorta,che pur avendo sempre risposto ai tuoi commenti tu non hai mai ricevuto tali risposte,perchè purtroppo il tuo indirizzo e-mail da me si visualizza no-reply.
mi piacerebbe,se per te va bene,avere la tua e-mail così potrei ovviare all’inconveniente1
Scusa ancora e grazie per il commento che hai lasciato sul mio blog.
Un abbraccio.
mari
che bel post ady..i ricordi d infanzia sono sempre i piu teneri..raccontati da te hanno poi un tocco in piu. baci buon we
Che bellissimo racconto, l’ho letto come se fosse l’inizio di un romanzo!
Un post tenero in cui affiorano i ricordi d’ infanzia come morbide nuvole bianche nel cielo.
Sprigioni fascino e conquisti tutte noi lettrici coi tuoi post delicati e brillanti.
Hanno ragione le ragazze,scrivi un libro,anzi scrivine cento,sono sicura che sarebbero tutti magici.
Bravissima!
Con affetto!
Che bella cosa la voglia di distinguersi, adesso vogliono tutti omologarsi e invece quel tocco di eccentricità mi ha sempre affascinata, fin da piccola. E’ un piacere leggerti e ci tengo a dirti che penso anche io che il giallo stia bene con tutto, tra l’altro è un colore che amo!
Baci da Sabrina&Luca
sei davvero brava, come vedi dai commenti che mi precedono (mio incluso, ovviamente) riesci a catturare l’attenzione dei tuoi lettori e a mettere in moto i loro ricordi e la loro fantasia… spero davvero tu riesca ad ottenere il massimo delle soddisfazioni da questo tuo dono!
ps. io sono d’accordo con tua mamma: un tocco di giallo sta bene con tutto 😉
e l’infanzia ci segna sempre. Alle elementari mi sentivo sempre vestita male, ma più di tutto, vestita con cose che ‘mi prudevano’ da matti.
nessuna scelta, tutto si materializzava nei cassetti.
c’era un maglioncino bordeau con i bottoncini tondi di perlina che odiavo, ma niente da fare l’ho portato finché mi è andato bene!
ecco crescere qualche vantaggio ce l’ha 😉
buona giornata!
la crescenza ha un limite !
ahaha
that’s so nice
love your posts
my clothes were also much bigger than I when I was a child
♥ Marley
Ottimo racconto, mi piace come scrivi!
https://rejectingtheobviousness.blogspot.com
grazie a tutti, vecchi e nuovi amici…sono molto contenta del fatto che i miei ricordi abbiano fatto affiorare i vostri ricordi, è stato bello leggere di scarpe con gli strappi, colori accostati male, abiti fatti a mano, cugine vestite come gemelle…mi sono divertita a leggere i vostri commenti, anche voi dovreste scrivere un libro…Antonio, hai ragione la crescenza ha un limite, ma anche una scadenza! baci