Il ricordo e l’attesa

L’abbiamo a lungo attesa, nei giorni di afa intensa l’abbiamo addirittura invocata, ma quando arriva è sempre dannatamente diversa da come l’avevamo immaginata. Come un’amore giovanile l’avevamo riempita di sensi, di significati, l’avevamo idealizzata, giurando che quando sarebbe arrivata  ci saremmo lasciati accarezzare da lei; avremmo fatto a meno persino dell’ombrello per flirtare con le sue gocce fresche e suadenti.
Invece ci si scontra sempre con i limiti dei propri ricordi, ammantati di quel romanticismo che ci è connaturale. L’aspettativa ahimè resta spesso delusa, la memoria è selettiva è autoreferenziale, sono passati solo pochi mesi e già non ricordavo che la pioggia potesse esser torrenziale.

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immagini via fashion gone rogue, boy and girl

11 commenti su “Il ricordo e l’attesa”

  1. Da ragazzina camminavo sempre senza l’ombrello. Mi piaceva arrivare a casa inzuppata e aspettare che la febbre salisse almeno a 38- 39 gradi. Chissà mai perché.

  2. Questo ricordo che ci arriva a volte…
    foglia improvvisa
    che cade
    aprendo nella memoria il fiore silenzioso
    di mille e un petalo concentrici…
    Questo ricordo…ma di dove? di chi?
    Questo ricordo a volte non sembra nostro,
    ma di qualcuno che, pensando a noi, solamente possa
    mandare un eco del suo pensiero
    in questo messaggio perduto per i cieli…
    Ai! Tanto perduto
    che non si può più sapere da chi!
    [Mario Quintana]

  3. Credi, io di acqua amo solo quella del mare, quella della doccia, quella della bottiglietta post allenamento… ne riconosco la fecondità, ma i miei capelli ne detestano l’umidità.

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