La regola del Quanto Basta

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Talvolta per poter assecondare il nostro estro abbiamo bisogno di stravolgere le proporzioni, farci sedurre dal concetto di rivisitazione.

Ridurre di un terzo il burro e aggiungere un cucchiaio di zucchero all’impasto, lasciare che la mano ondeggi un po’ di più nella padella e che quel filo d’olio consigliato divenga come l’intricata matassa di Arianna.

Non c’è ricetta che passi dalle mie mani, nemmeno quella più collaudata ed antica, che non venga stravolta o “aggiustata”, così come faceva mia nonna che nel libro di cucina teneva sempre dei bigliettini con la sua versione autografa e autenticata da quel bollo lasciato sul foglio dal fondo della bottiglia.

Il mio concetto di gastronomia si esplicita nella didascalia a margine della ricetta, quel Quanto Basta, che suona come un imperativo ma che in realtà è assai liberale, che lascia lo spazio che merita al gusto personale.

Come potrei sottrarmi dall’applicare la regola del Q.B. anche al mio modo di vestire?
Lasciare sbrodolare la piega dei pantaloni fin sotto la suola della scarpa, far rapprendere un maglione ridurlo in “riduzione” affinché si adagi come glassa su una canotta di caldo cotone.

Ma sono i jeans la mia vera passione, la ricetta casareccia da rendere sofisticata, la mia carbonara rivisitata, portati sempre oltremisura salvati dalla forza di gravità da un’esile cintura, o ridimensionati, ultra attillati con sei girate ai margini come la pasta sfoglia, ma fatti accuratamente di mala voglia.

Insomma care amiche per me la moda come la cucina è sempre questione di misura ma quasi mai di proporzioni, stravolgerle ogni tanto, invertire le prospettive, risveglia gli occhi più attenti e rinnova le papille gustative.

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6 commenti su “La regola del Quanto Basta”

  1. Ach Eva…il portare in modo personale e reinventato ti fa unica. Mai banale, ma non quell’eccentrico forzato e palese giusto per “fare gli originali”. Proprio qua sta la differenza: c’é chi lo é e chi “möchte gerne”…essere unica appunto.
    Abbraccio
    Cuor di leone

  2. Cara Ady, con questo post ho acquisito la consapevolezza della mia tendenza alle “rivisitazioni culinarie “…. lo faccio spesso, e talvolta i risultati non sono proprio all’altezza delle aspettative, ma quando qualche variante e’ azzeccata … la soddisfazione e’ impagabile… in casi come questi, trasgressione della norma codificata e creativa follia si prendono a braccetto e mi fanno l’occhiolino … Lo stesso discorso vale anche nel campo della moda ma qui, purtroppo, un eventuale fallimento e’ molto piu’ penalizzante !!! Un abbraccio , a presto Dani

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