È un posto strano Instagram, uno di quei pianeti dentro al pianeta che ti gasa fin dal primo incontro, in cui è facile convincerti che chi ti segue lo faccia perché innamorato della tua pasta asciutta o della foto in soggettiva delle scarpe che ti fai la mattina.
È un girone dantesco che ti cambia la prospettiva del mondo, che una volta che sei entrato sarà per sempre quadrato e mai più rotondo, che – ok – da poco ci consente anche di vederlo rettangolare, ma che per i fanatici della prima ora è un po’ come barare. C’è di buono che darà ordine e disciplina, che aiuterà a tenere a posto la casa, a farci pensare ad ogni angolo nascosto e sopito del nostro appartamento con rinnovato ardimento.
Poco importa se per avere lo sfondo bianco fotograferai il tuo pranzo sul coperchio della tazza del bagno: Instangram diventerà il tuo finto mondo, quello che sognavi da bambina, e non stiamo parlando di castelli e principesse perchè va bene anche se non hai una casa. Basta avere un letto di sfondo per il blazer blu, che tanto le cose più belle della vita accadono tutte lì, tra un guanciale e una scarpa a stiletto.
È stata la mia prima estate su Instangram a convincermi definitivamente di essere drogata, di dovermi fare ogni due e tre una dose di pixel, di provare una nuova inquadratura, di bloccare le mani dei familiari quando si dovessero azzardare a prendere un boccone dal piatto senza avermi prima consentito di immortalarlo. Sappiate che ormai i miei figli vivono con la boccuccia a cuore e due dita allargate e se vedono un pomodoro marcio per terra mi chiamano per chiedermi se sia interessante da fotografare.
Ho passato ogni mio istante di questa estate a guardare il mondo con occhi diversi, a soffermarmi sui colori e sui particolari, perché uno sguardo d’insieme non è più concesso ai dipendenti di Instagram che imparano sempre a fare due passi indietro prima di fotografare case abbandonate e porte scrostate, la schiuma delle onde, il cielo annuvolato, l’ombra degli ulivi, i pomodori all’insalata, i biscotti della colazione, anche quelli più banali, che il mulino bianco ti salva sempre quando non hai niente di più originale.
L’importante è fermare l’attimo a costo di scapicollarsi, va bene anche inquadrare una roba qualsiasi e scattare ad minchiam che tanto poi c’è il filtro giusto ad aggiustare tutto, perché se vivi dentro Instagram lo sai che i tuoi ricordi li vuoi vedere lì, tutti appesi su una griglia al sole, e comprendi pure che la parola “amaro” non è mai stata così dolce ed opportuna.
Per vedere la nostra estate: qui e qui.
io sono una drogata di IG, ormai per me il mondo è esclusivamente quadrato!
https://www.audreyinwonderland.it/
….. mi ritrovo, in ogni parola.
Ciao benedetta
Anche per me é stata la prima estate su instagram… Tutto vero!