Non vedo l’ora


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Non sono una di quelle persone che subisce il tic tac dei giorni, la scansione costante dei pezzi di vita che deflora i momenti, incasellandoli in griglie H24, minuti 60, secondi 3600, ma contemporaneamente non mi piace perderli, lasciare che siano loro a vivere me e non viceversa.

Osservare il tempo con consapevolezza è un dono, permettere che sia lui a danzare me è invece un ritmo che non mi piace danzare.
Il tempo per un aperitivo con Laura, che sa cancellare dal calendario un giorno no in 2 minuti di chiacchiera, forse chiede di essere organizzato, di certo non calcolato.

Penso a certi caffè sulla spiaggia delle mattine di mare. Quando arrivi presto, hai la faccia gonfia dal sole del giorno prima e l’onda batte piano la riva. Ti è chiara la differenza tra quella tazzina degustata e tutte quelle che sempre ingurgiti a shot come fossero sciroppo. Ti è chiaro anche che usare un filtro solare sarebbe stato meglio, ma questa è un’altra storia.

Voglio che il tempo mi trapassi a colori, che non sia inesorabile ma inesorabilmente unico. Anche le volte in cui lo leggo su un quadrante. Deve rintoccare battiti e non lancette, ricordarmi che c’è perché deve, precisarmi di farlo volare, sempre, con la leggerezza di una mongolfiera che si sposta: camminando e ammirando.

Orologi donna per l’estate Woodstock Zambon.
Per guardare l’ora e dare forma ai momenti.

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