E così, anche quest’anno è arrivato il momento che sotto sotto tutte aspettiamo e preferiamo, cioè sapere qualcosa sulle scarpe della prossima stagione, sulle scarpe primavera estate 2017!
Bando ai tedi sui dettami dei singoli stilisti, oggi voglio raccontarvi 5 scarpe primavera estate 2017 che personalmente acquisterei per 5 possibili long weekend di primavera. Perché se da un lato il ritorno del caldo allargherà le dita, toglierà il calzino e aumenterà la voglia di shoes shopping, dall’altro accentuerà anche la voglia di fuga, di carni e sguardi al pascolo in nuove città o in vecchie conoscenze da visitare una seconda volta. A casa mia, primavera ha sempre fatto rima con frontiera: l’aria frizzante mi aumenta la fame, accorcia la scarpiera e accentua il desiderio della partenza, quella cosa che duetta con conoscenza, ma questa è un’altra storia.
Il primo paio di scarpe con cui salire sul tetto della carta di credito è un sandalo di Chanel a mezzo tacco, colore della bougainvillea addosso, matelassé inconfondibile solo sui fianchi. Starò un mese a digiuno ma almeno sul tetto con me ci saranno gatti a volontà e stelle di maggio. Amen. La meta adatta? La Sicilia barocca. Quella che passa per Ragusa, si commuove a Ibla, mastica bianco latte a Scicli e lascia il cuore a Modica, sulla scalinata del Duomo di San Giorgio. Per rendere ineguagliabile questo weekend, le Chanel chiederanno poco altro, tipo due camicie bianche e lunghe in valigia e via. Anche a voi servirà poco altro in più: una pasta di mandorle, tre cannoli e, sì, welcome to paradise.
Il sogno numero due abita vicino (a meno che non partiate dalla Sicilia barocca), si trova a La Spezia e risponde al nome di Portovenere. La piccola cittadina è di una bellezza che mozza il fiato e l’unico modo per non restarci secche sarà avere ai piedi qualcosa capace di combatterla ad armi pari: Dior, espradillas in denim, Cruise 2017. Celeste dentro e 2 cm fuori. La perfezione formato casual per addentrarsi nel vecchio castello, girovagare tra case e chiese antiche, per arrivare fino all’isola di Palmaria. Dedicato a chi crede che il pittoresco sia il re delle arti e che una scarpa può bastare per una stagione intera.
Number three: Venezia è sempre Venezia. Se io non ci cado dentro almeno tre volte all’anno, mi dimentico troppo che al mondo esiste anche, e ancora, la poesia. A Venezia non esiste consiglio, eccetto di lasciare a casa sbadiglio e calzare una punta giallo canarino anni Novanta per cinguettare da una calle all’altra. Tipo Dolce & Gabbana.
[Perdetevi all’imbrunire e arrivate fino al Campo del Ghetto Nuovo, magari di venerdì sera, vigilia del Shabbat, giorno di festa della settimana ebraica, oppure infilatevi nell’atmosfera bizantina di Campo San Giacomo dall’Orio, dove pulsa la Venezia genuina, i platani sono alti e i tavolini brulicano all’aperto].
Numero 4: andare (o tornare) in Norvegia con Marni. Precisamente a Trondheim, al centro di uno dei fiordi norvegesi più belli, e con un sandalo gioiello da usare tutto il giorno con i calzettoni dell’Epifania. Indicata come la porta d’ingresso del Nord, perché il circolo polare artico dista pochissimo, è la città che ti insegna come la luce sia padrona di tutte le cose, nel bene e nel male, che il tramonto è un concetto soggettivo e che esistono ancora pescatori che salutano dalle mille brachette colorate. Immaginatevi a camminare tra i mercati del pesce, su piccole viuzze di ciottoli, fuori e dentro caffetterie e ambienti palesemente bohémien. Sui tacchi alti e senza avere male ai piedi. Perché c’è chi sa adescare il pesce e chi fare le scarpe.
E in ultimo occorre tornare in Provenza, a inizio maggio, con un fazzoletto di seta al collo e il buon vecchio bambù Gucci perpendicolare al suolo. Verbena nelle narici e champagne in bocca tra le distese di lavanda di Valensole, nel villaggio medievale, interamente pedonale e fuori dal tempo, di Saint-Paul de Vence, ad Aix-en-Provence, Èze, Arles… oh mon Dieu!
Allora deciso?
Quali scarpe e quale weekend?