Le poesie di Walt Whitman e L’attimo fuggente ci avevano persuasi che per avere senso critico e consapevolezza occorresse sempre guardare le cose dall’alto, per ampliare la nostra panoramica. Ci sono cose, però, come le città, che bisogna gurdarle negli occhi.
Non occorre il grandangolo per conoscerli davvero certi posti, occorre anzi la visuale stretta di un vicolo corto, restare qualche attimo seduti sul bordo di un marciapiede ad osservare. Scenari che diventano sottofondi, colonne sonare di pomeriggi qualunque. L’urlo del treno che giunge alla stazione della metro, lo stridere dei freni, i clacson impazziti nell’ora di punta, il martello pneumatico di quei lavori in centro, che se non ci rifletti nemmeno più li senti. Perché le città sono come le donne, che uno sguardo da lontano le lusinga ma non le tenta. Bisogna sfiorale distrattamente una mano, invitarla ad accomodarsi al vostro fianco alla fermata del 47, o a mangiare un kebab passeggiando per le vie del centro.
Chi la vive davvero la città, a volte persino la ignora l’esistenza di quel pino marittimo che incornicia quel panorama da cartolina che gli stranieri si portano a casa negli 8 megapixel del proprio iPhone.
Perché ciò che davvero le donne desiderano, non è lo sguardo ammirato di un turista ma quello innamorato di un viaggiatore.
immagini via:
vogue.it,
thesartorialist.com,
weworewhat.com,
tierdropp.tumblr.com
Sguardi di città # 2

Come New York…tanto grande e tanto caotica…ma così vivibile!
che grandi verità hai scritto !
meravigliosa la fotografia della ragazza con il cono gelato, che sguardo , come se lo gusta !!
ave
C’è molta differenza tra un turista e un viaggiatore…baci,meravigliose queste foto!
E le donne di città sono davvero differenti…
Ciao Ady! Che bella l’ultima frase!:) Io mi sento turista ogni giorno nella mia città che non smette mai di stupirmi:) Un bacio e buonanotte!
Viaggiatrice per tutta la vita !
Post meraviglioso.
Baci
Bellissimo post. Sì, le città dobbiamo guardarle con occhi diversi e più attenti, così come i loro abitanti.
Buon venerdì!
C’era stata una rivoluzione. Sul viadotto le lettere erano uscite dai libri e lanciandosi con ardore sulla città l’acqua spariva. Non potendo più distinguere tra il fiume e la strada le lettere avevano invaso di nuovo la città ed erano tante che la terra saltava
e allora si comprese che si trattava di un lettermoto e le persone spaventate volevano fuggire per i campi ma sulle autostrade tante erano le lettere che più nessuno riusciva a sapere dove andavano o dove mutava la direzione e confondendosi alle persone si seppellivano nell’inchiostro cercando disperatamente di ricordarsi.
Hatherly Ana
siete un lettermoto voi due !