Non un cappello o una borsa ma un copricapo e un contenitore per gli oggetti.
Sto per partire e punto a una vacanza priva di usi, abbondante di costumi e attraversata da strisce di aerei con cui giocare a tris.
Voglio la disponibilità di una gonna paillettata a farsi abito qualunque, parei al vento H24, bandiere di uno stile libero che sia unico tutti i giorni perché diverso a ogni risveglio.
Ambisco alla spensieratezza della scoperta, a camicie arrangiate in testa quando il sole scotta, a una passata di burrocacao sulla punta del naso nelle sere raminghe e scarse di idratante.
Le uniche cose che voglio scegliere sono i libri da valigia e le persone a cui raccontarli, scarpe aperte e lacci sui polsi, pomodori che sono sul pezzo della salsa che ho in mente e smalto che non si scalfisce mentre li affetto.
Voglio dormire in spiaggia per svegliarmi veramente al mare, specchiarmi il meno possibile e vedere nitido un orizzonte, conoscere una baia al giorno e incontrare stelle cadenti che mi vengono a cercare nella coda degli occhi.
Camminare piano, dormire forte, sentire la gente cha parla e permettermi il lusso di non ascoltarla, innamorarmi di una canzone che suona all’aria aperta, nuotare con i capelli sugli occhi, evitare le cuffie e spingermi al largo.
E masticare lentamente.
Perché ingozzarsi è male quotidiano, il prezzemolo sui denti non sta bene e lo spazzolino non è detto che ci sia.
…e che essenza di te sia…bon voyage
buon agosto cuor di leone 😉