Tenuta Mazzolino: dove il Pinot Nero è decisamente Noir

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Un giorno nel borgo antico Corvino San Quirico in Oltrepò Pavese, sulla sommità di una collina e con vigneti tutto intorno.

Un giorno alla Tenuta Mazzolino, dove l’amore per la terra e una filosofia zen che rispetta i tempi e le tradizioni delle stagioni e del lavoro in vigna sono il plus che permette di ottenere vini di grande qualità, il Pinot nero su tutti.

Un giorno alla scoperta di un progetto enoico esclusivo e di eccellenza che, per come strizza l’occhio alla Borgogna, potrei raccontare anche come fosse stato un jour.

Tenuta Mazzolino: un clos di 22 ettari e un mood che inizia dal vigneto e finisce in bottiglia

Arrivo in tenuta in una mattina d’inverno nebbiosa, nel cuore della zona a Denominazione di Origine Controllata Oltrepò Pavese, e ad aspettarmi prima di tutto trovo un territorio elegante, un panorama composto da vigne che dormono ordinate, alberi di cachi che appoggiano il colore arancio sul cielo e un’essenza palpabile di persone e conoscenza che nutre le radici dei vigneti di Pinot Nero, Chardonnay, Bonarda e Cabernet Sauvignon.

A darmi il benvenuto anche Francesca Seralvo, che conduce oggi l’azienda fondata nel 1980 dal nonno Enrico Braggiotti, e Stefano Malchiodi, agronomo dalla preparazione internazionale e l’eloquio brioso.

La mia visita inizia con una passeggiata durante la quale Stefano e Francesca raccontano la storia della Tenuta Mazzolino, dal latino Mansiolinum, vale a dire punto di incontro, di persone, famiglie, uve, metodi di produzione, e che oggi è una realtà che arriva a produrre circa 120.000 bottiglie all’anno.

Fin da subito, la proprietà decide di differenziarsi e intraprendere percorsi inediti per il territorio, impiantando, accanto all’autoctono Bonarda, Pinot Noir e Chardonnay, vitigni innovativi e dal respiro internazionale che incontrano qui un habitat ideale per esprimere al meglio le loro potenzialità.

“Abbiamo gli Appennini alle spalle e la pianura di fronte” – racconta Stefano – “i vitigni sono protetti dal caldo del Mediterraneo e questo è un grande vantaggio per il Pinot Nero che ama il fresco”.

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Se aggiungiamo che le barbatelle di Pinot Nero e Chardonnay provengono direttamente dallo stesso vivaista di prestigiose Maison di Borgogna, che il Team tecnico è interamente francese e che Enrico Braggiotti intuì quanto poteva essere proficua una collaborazione con Kyriakos Kynigopoulos, l’enologo che stravolse la maniera di produrre il Pinot Nero, ben intuiamo come qui davvero si respiri aria di Bourgogne.

Le ambizioni internazionali atte a valorizzare il legame con il territorio si esprimono così in 22 ettari in pendenza che possiedono esposizioni diverse e diversi suoli, a volte sabbiosi, a volte arenarici e a presenza di vene calcareo-gessose.

“Una tale varietà non poteva che suggerire la suddivisione e la gestione separata delle parcelle, precisamente 39, allo scopo di esaltare ogni singola peculiarità” – continua Stefano.

Valorizzare la differenza e proteggere il know-how è sempre sinonimo di ricercare l’eccellenza, modus operandi che anche noi di Ubique conosciamo molto bene.

E poi, l’amore per la terra, che è prima di tutto complicità con la natura, da rispettare e da accompagnare per mano a dare il meglio di sé.

Alla Tenuta Mazzolino la produzione per ettaro è bassa, all’inerbimento naturale dei vigneti si alterna la pratica del sovescio, non si usano concimi chimici, la potatura è meticolosa, la vendemmia eseguita a mano a piena maturazione dei grappoli e la vinificazione e l’evolversi dei vini subiscono check serrati ed esperti.

Un grande vino non è mai un caso, e neppure una cosa semplice.

Tenuta Mazzolino: la Cantina

Alla passeggiata all’aperto, segue poi il tour della Cantina: uno scrigno di mattoni rossi ubicato nel cuore della Tenuta che risale a metà Ottocento. 

Un restauro conservativo della Famiglia Braggiotti tra gli anni Ottanta e Novanta ha organizzato i tre piani dell’edificio collocando al primo i macchinari per la diraspatura e la pressatura, al pianterreno i tini di fermentazione in acciaio e sotto terra, scavata nella roccia, la Cantina che ospita la Barricaia, le bottiglie in affinamento e le linee di etichettatura e di imbottigliamento.

Grazie allo sviluppo verticale, la vinificazione avviene per gravità naturale, senza la necessità di effettuare movimentazioni meccaniche dei mosti e dei vini con pompe e compressori.

Teche con bottiglie delle vecchie annate, candele di cera, calore spontaneo, lavagne di ardesia vintage: alla Tenuta Mazzolino, l’atmosfera francese e di buongusto non si respira solo dai calici.

Le etichette della Tenuta Mazzolino

Oggi la Cantina vanta più etichette, che possono considerarsi un mix eccellente di tradizione, innovazione, identità e passione.

  1. il Noir
    Oltrepò Pavese Doc, 100% Pinot Nero

È la punta di diamante della produzione della Tenuta, la cui prima annata è stata il 1985. Corposo e intenso, è una delle più belle espressioni di Pinot Nero dell’Oltrepo Pavese e d’Italia che non può non riportare alla mente i grandi Pinot Francesi. Al naso rivela tutte le caratteristiche dei frutti di bosco rossi e maturi accompagnati da sottili sfumature speziate e boisé, al palato si impone per un ventaglio di sapori complessi e rari, che dal bosco estivo arrivano fino ai legni aromatici.

  1. il Blanc
    Oltrepò Pavese Doc, 100% Chardonnay

Profilo elegante, complesso e anch’esso ispirato alla scuola enologica della Borgogna.

  1. il Cruasé
    Oltrepò Pavese DOCG Pinot Nero Spumante Rosé Cruasé, 100% Pinot Nero

Dimostrazione della vocazione innata del territorio alla spumantizzazione.

  1. il Blanc de Blancs
    VSQ Spumante, 100% Chardonnay

Un metodo classico dall’effervescenza viva ma sottile, acidità fruttato-agrumata e buona persistenza con ritorni di agrumi canditi

  1. il Camarà
    IGT Provincia di Pavia, 100% Chardonnay

Leggero e fresco, con una buona acidità e dalle grandi bevibilità e sapidità.

  1. il Bonarda
    Oltrepò Pavese Doc, 100% Croatina

Immancabile per il territorio, da uva Croatina, da secoli vitigno autoctono dell’Oltrepò Pavese.

  1. Moscato 
    IGT Provincia di Pavia, Moscato Vivace

Vino dolce, cremoso e avvolgente.

E infine il Terrazze, un Pinot Nero giovane dal colore rosso rubino, fresco e autentico che siamo andati a degustare insieme al nuovo Terrazze Alte, proveniente dalle vigne della parte alta della collina.

La pendenza è tale da generare evidente diversità tra le due parti, tanto da germogliare una prima dell’altra, constatazione che ha indirizzato la scelta di raccogliere e poi vinificare separatamente le uve di Pinot Nero.

Terrazze e Terrazze Alte di Tenuta Mazzolino: la degustazione

L’occasione mi è stata gradita per comparare e scoprire insieme a Francesca e Stefano Terrazze e Terrazze Alte, entrambi 2020, il secondo dei quali verrà commercializzato nei primi mesi del 2022.

Siamo davanti a quattro vigneti collocati in quattro posizioni diverse, il cui vino vuole essere espressione non di una singola vigna, ma di tutta la collina da cui nasce, dai suoli e dalla spina dorsale di sapida mineralità gessosa. Un concept che in francese si chiamerebbe village.

L’idea di raccogliere separatamente l’uva delle quattro vigne, maturata anni fa, da oggi fa un passo in più e si precisa nella decisione di imbottigliare anche disgiuntamente per tenere divise le differenze più evidenti: la parte alta dei 4 vigneti si trova nel Terrazze Alte, la parte bassa nel Terrazze.

Mi trovo quindi a degustare due Pinot Nero in purezza, affinati in acciaio, giovani e superbi, il primo dei quali (Terrazze) viene imbottigliato a fine primavera-inizio estate, il secondo dopo la vendemmia seguente.

La parte di Terrazze basse è immediata e pronta prima, su una parte argillosa profonda, perché c’è più argilla appoggiata, quindi la resa è un po’ più alta, mentre la zona di Terrazze Alte è quella dove la vigna è più stressata e pertanto si va un po’ di più in concentrazione, ma è anche quella dove la spina dorsale maggiormente gessosa emerge, dando profondità al vino in termini di lunghezza.

Se il Terrazze al colore è rosso rubino chiaro, il Terrazze Alte è più intenso, tanto per far muovere gli occhi.

Al palato, il Terrazze resta più croccante, con frutti di melograno che scoppiano, si percepiscono addirittura i lamponi, il Terrazze Alte invece è più serio, più sapido e con maggiore tessitura: siamo davanti a un grande Pinot Nero, da dove spicca la buccia delle arance rosse e il carattere speziato.

35.000 bottiglie è la somma dei due Terrazze, circa il 40% della produzione.

Gli spazi della Tenuta Mazzolino

La tenuta ben si presterebbe anche un’attività di wine resort e wine club, desiderio non troppo nascosto della proprietà.

Una vista d’eccezione, la tranquillità della campagna, spazi interni ed esterni country-chic, palette di colori che giocano con le differenti materie e un gusto francese che scivola con sapienza stilistica contemporanea in quello italiano: arredi e decor rivelano la stessa cura e pazienza ritrovabile in ogni sorso dei vini della Tenuta Mazzolino. 

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