Un pomeriggio qualunque

Lo so persino io che la moda è solo un gioco, ma c’è qualcuno che può affermare con sufficiente certezza che un abito di jersey verde smeraldo non abbia mai cambiato la vita a nessuno?

Camminava lungo i binari del tram, Ester. Occhi fissi sulle ballerine blu comprate al mercato e passo svelto di chi è senza destinazione. L’abito, un trapezio di shantung giallo limone che era appartenuto a sua madre. Le gambe, caramellate dal sole di luglio e lucide di olio al mallo di noce. I capelli, trattenuti in uno chignon tenuto insieme da sudore e salsedine. La colonna sonora di un vecchio film risuonava immaginaria nella sua testa, leit motiv di un pomeriggio in cui era uscita di casa troppo presto.

Sfrecciava sulla sua moto da enduro Ale. Ci fosse stato almeno un cane cui chiedere una indicazione, pensava. Accecante e illusorio come un miraggio nell’angolo del suo occhio destro, un lampo di colore. Si fermò di scatto e attese che quella libellula gli si avvicinasse. Avrebbe solo voluto chiedergli dov’era l’imbocco dell’autostrada, la via più breve per uscire da quella città che invece non avrebbe mai più lasciato.

Esiste per ogni donna un abito, una gonna di vigogna a pieghe, un prendisole fiorato che ha contribuito a cambiare la sua vita o semplicemente a rendere indimenticabile un pomeriggio qualunque.

Lo so persino io che la moda è solo un passatempo, ma non ne ho ancora trovato un altro che come questo mi calzi a pennello.

18 commenti su “Un pomeriggio qualunque”

  1. Non saprei, di certo conservo T shirt appartenute a qualche Ale del passato. So solo che quando, una volta ho incontrato quello più importante, a distanza di circa 25 anni, in una circostanza fortuita e incredibile, mentre parlavo con lui, non senza una certa emozione, mi tornava in mente quella T shirt, conservata in fondo ad un cassetto; è ancora lì.

  2. Una riflessione su noi donne:
    ci ricordiamo facilmente di un abito indossato anche in un passato molto remoto, piuttosto che di un viso o di un nome.

    Ci sono abiti che ho amato ed abiti che poi ho odiato, così nessuno dei miei abiti mi lascia indifferente.
    Il potere dei tessuti e dei colori!

    ……rosso brillante, estivo: ero molto carina.
    Di lui ricordo a malapena il nome.
    Ma io mi sentivo bella, stavo bene con me stessa, ed era questa l’unica cosa che davvero in quel momento per me contava.

    Un abito può aiutare a perdersi.
    Un abito può aiutare a ritrovarsi.
    Chi lo ha stabilito che la moda è solo un gioco?

    Baciotto, Ady
    Carino questo mini racconto, con i colori della primavera e della tua scrittura.

  3. Abitino nero con catenella che pendeva lungo la schiena seminuda..sandali argentati..faccio un salto indietro di dieci anni ed è ancora il 2003!Il vestito ce l’ho ancora,lui no.

  4. Together with almost everything which appears to be building inside this specific subject material, many of your opinions happen to be very refreshing. However, I beg your pardon, because I can not give credence to your entire suggestion, all be it radical none the less. It seems to everybody that your commentary are actually not entirely justified and in simple fact you are your self not even fully confident of your point. In any case I did take pleasure in reading it.

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