Vini di primavera: quattro vini profumati da stappare all’inizio della bella stagione

vini di primavera

Oggi parliamo di vini di primavera perché finalmente è arrivato il momento dell’anno più emozionante, quello in cui assistiamo a un’esplosione di colori e odori intorno a noi e quello in cui aprire una bottiglia mette ancora più gioia.

Vini di primavera: voglia di rinascita nei calici!

Il calore del sole che aumenta day by day ci toglie l’umidità invernale accumulata negli ultimi mesi. La temperatura delle nostre emozioni sale vertiginosamente, cosi come il desiderio di stare all’aria aperta e assaporare la natura e ciò che ci offre.

È il momento di uscire, di stare in compagnia e di godersi gli incredibili prodotti che la nostra terra ci propone, lì dove nascono, per poterne conoscere anche i protagonisti e le loro storie.

Ecco allora 4 Cantine da visitare e 4 vini che incarnano la stagione di rinascita per i loro profumi, la loro freschezza e leggerezza, per l’allegria che ci mettono quando li beviamo.

Vini primaverili: un vino bianco che ci traghetta all’estate

Ribolla Gialla “Vinnae” Cantina Jermann

La famiglia Jermann è di origine austriaca, da una zona dell’Austria famosa per i vini di eccellenza.

Parliamo del Burgerland, da dove Stefanusse, il patriarca, si trasferì in Slovenia e, nel 1881, a Villa Nova di Farra di Isonzo, luogo in cui nasce la prima cantina. Oggi esiste una nuova cantina a Ruttars, in pieno Collio Goriziano.

La Cantina è guidata da Silvio Jermann, personaggio mitico della storia enologica italiana, produttore estremamente abile e intelligente che ha avuto il coraggio di andare contro gli schemi.

Ha saputo coniugare tradizione e innovazione, che può sembrare una frase banalissima ma che non lo è per nulla in questo caso.

Attualmente la proprietà Jermann si estende su 200 ettari, di cui 160 ettari di vigneto.

Tra i filari, sotto il coordinamento del giovane e bravo agronomo Stefano Amadeo, parte dei vigneti sono gestiti seguendo le norme dall’agricoltura biologica.

Le piante sono coltivate nel pieno rispetto di ambiente ed ecosistema, dunque sono evitati i prodotti di sintesi e grande attenzione è riservata all’equilibrio sostenibile del territorio.

Abbiamo scelto la Ribolla Gialla, vino profumato, fresco, simbolo della primavera.

Il vino si chiama “Vinnae”, ed è disponibile anche con il tappo a vite, introdotto da Silvio Jermann ormai da diversi anni.

È un vino ricco di profumi fruttati e minerali, fresco ed equilibrato, con una scodata salina finale.

Si suggerisce di degustarlo in una sera di primavera frizzante con un fritto misto di pesce croccante, perché la voglia del primo mare tra marzo e maggio è vicina.

Vini di primavera: 3 vini rossi profumati e vivaci

Schiava “Hexenbichle” Cantina Tramin

L’Alto Adige è terra di grandi vini bianchi: dal Gewurztraminer al Muller Thurgau, dal Kerner al Sylvaner passando per il Sauvignon e lo Chardonnay.

Ciò non toglie che qui si producono anche interessantissimi vini rossi autoctoni e tra questi spicca la Schiava.

Le origini di questo vitigno sono da cercarsi in Slavonia, regione della Croazia compresa tra i fiumi Sava e Drava.

Da qui è arrivato in Italia, in un’epoca corrispondente a quella delle invasioni longobarde, ossia attorno al tredicesimo secolo.

Il nome del vino sembra derivare dalla sua zona di origine, o forse dal fatto che fin dall’antichità queste vigne venivano coltivate in filari, e non lasciate libere come alberello. 

Schiava gentile è il suo vero nome ed è un vitigno rustico, allegro, primaverile, che si adatta ai diversi tipi di ambiente e matura precocemente.

Abbiamo scelto per voi una delle realtà più importanti dell’Alto Adige: la Cantina Tramin, cooperativa nata nel 1898 e che conta oggi 168 famiglie che lavorano insieme con passione e qualità.

La Schiava Hexenbichle proviene da un terreno calcareo di conformazione argillosa e ghiaiosa, e il clima registra forti escursioni termiche che donano profumi al vino.

Di colore rubino, con un bouquet fresco e fruttato, e un tannino delicato, ci lascia in bocca una buona morbidezza e una bella persistenza.

È il vino fresco, profumato e ad alta bevibilità adatto alle nostre gite fuori porta. Da abbinare con i canerderli allo speck e torte rustiche da assaporare a Pasquetta.

Nerello Mascalese Cirneco Terrazze dell’Etna

Dicono che questo sia il terroir del futuro… in verità sta vivendo un presente florido e di grandi soddisfazioni.

Senza dubbio una delle zone vitivinicole italiane che, negli ultimi anni, è riuscita a produrre vini di grande qualità, capaci di ripetersi, di vendemmia in vendemmia, ad alti livelli.

Il Nerello Mascalese è certamente uno dei vini più tipici e rappresentativi di questo territorio.

Siamo a Randazzo, nel Parco Naturale dell’Etna, in provincia di Catania, a circa 800 metri sul livello del mare, dove ha sede l’azienda agricola Terrazze dell’Etna.

Si tratta di una realtà produttiva costituita recentemente, di proprietà di Nino Bevilaqua, ingegnere di Palermo da sempre amante del buon bere.

Nel 2008, decise di recuperare alcuni terreni terrazzati situati sul versante nord del vulcano, in contrada Bocca d’Orzo, per iniziare la produzione di vini tipici della zona.

Il Cirneco è senza dubbio una delle espressioni più eleganti e raffinate del territorio.

Le uve, dopo la macerazione e la fermentazione, maturano lentamente per 12 mesi in tonneau di rovere francese e poi, dopo l’imbottigliamento, per altri 36 mesi.

Alla vista si manifesta con un colore rubino intenso, decisamente carico.

Il naso è dominato da sentori di piccola frutta rossa alternati a spezie.

All’assaggio, è strutturato, caldo, morbido, con un perfetto equilibrio fra acidità e tannicità. Chiude con un finale mediamente persistente.

Perfetto con un cosciotto di lepre al ginepro.

Susumaniello Serre Cantina Due Palme

Siamo in Salento, in Puglia, e parliamo di una tradizionale varietà pugliese che, grazie al lavoro della Cantina Due Palme, sta vivendo oggi una seconda giovinezza.

Vitigno di probabili origini dalmate, deve il nome alla caratteristica di essere particolarmente produttivo in età giovanile, tanto da “caricarsi come un asino”, da cui l’appellativo.

La cantina nasce nel 1989 a Cellino San Marco, in provincia di Brindisi, e subito si afferma come una delle più interessanti realtà cooperative non solo della Puglia ma di tutta l’intera Penisola.

Dalla tutela degli storici vigneti ad alberello fino a una particolare attenzione all’agricoltura ecosostenibile, non c’è aspetto che non venga seguito con un’attenzione maniacale nei confronti della qualità.

Il Primitivo, il Negroamaro, la Malvasia Nera sono alcune delle varietà che la cantina valorizza, a cui appunto si aggiunge il Susumaniello.

Parliamo di una delle sperimentazioni più interessanti portate avanti da Due Palme, vinificato in acciaio e lasciato maturare in barrique per circa 6 mesi.

Di colore rosso rubino, profondo e intenso.

Al naso esprime sentori di frutti rossi anche in confettura e in chiusura di grafite.

Al palato è deciso, in splendido equilibrio tra frutta matura e solidità minerale.

Di ottima persistenza, dinamico e vitale. Una vera e propria sorpresa.

Provatelo con il caciocavallo pugliese e ne rimarrete entusiasti nei vostri aperitivi lunghi di primavera.

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