Se vi piaciono i cappelli fatti a mano dovreste provare uno dei cappelli di Simonetta Russotto.
I cappelli fatti a mano sono un accessorio che no dovrebbe mancare nel guardaroba delle boho chic, perchè denotano gusto, unicità e attenzione ai dettagli.
Per non tralasciare che i cappelli fatti a mano da Simonetta costano quanto una tinta dal parrucchiere, ma coprono la ricrescita molto più a lungo.
I suoi cappelli fatti a mano sono anti noia anzi non sono cappelli, sono sogni surreali.
Lei è la cappelaia matta o la strega pazza, lei è volubile e inafferabile, lei è la regina delle blogger borderline(come l’ha definita genialmente poppy).
Le sue creazioni, come occhialini tridimensionali disvelano una realtà altrimenti piatta, li indossi è vedi che niente è come vogliono farci credere, ti accorgi che il governo ha aumentato le tasse, che le bistecche sono albicocche transgeniche, che le intercettazioni telefoniche sono il reality show dei politici; ti accorgi che fuori non c’è l’afa che percepisci ma una leggera brezza marina, perchè i suoi cappelli rinfrescano l’aria, ma soprattutto le idee.
Li puoi trovare passeggiando per le strade di Palermo, o chiedendo in giro di lei, o sui suoi canali social. Non è certo facile accaparrarsi uno dei cappelli fatti a mano da Simonetta, la donna che ha fatto dell’uncinetto un’arte e dei cappelli una nuova dimensione.
Hanno qualcosa di profondamente siciliano i suoi cappelli, ricordano crete giornate di sole di novembre, quando stringi gli occhi epr ripararti dal sole, oppure indossi uno di questi cappelli fatti a mano, che si infiammano di onde e trasudano colore.
Ogni cappello ha una ricetta, fatta di punti che si intersecano e onde del mare di Sicilia che si infrange sulla memoria.
Ho avuto la fortuna di indosarli, di nascondermi sotto le rouches di cotone e di scoprire una nuova dimensione.
Se passeggiando per le vie di una assolta Palermo inconterete Simonetta, fermatevi a parlare con lei, ditele che vi ho mandate io e indossate uno dei suo cappelli fatti a mano, e combierete per sempre il vostro concetto di cappello.
Li guardo e sono felice = ).
Azzeccato il titolo del post!
Finalmente ti ho acchiappata di nuovo! Stupendo post…rinfresca la mente!
Considerando quanto spendo in tinte, puo’ davvero essere un affare…
La mia fase di uncinettatrice folle e’ durata una sola stagione, ma continuo ad ammirare chi sa usare le dita per dare vita a simili capolavori, e da questo post mi sento meno sola come borderline!!!
Certo che solo tu potevi valorizzare i cappelli di Simo come meritano.
In sieme siete uyna forza!
mari
Ehi Ady non visualizzo la tua e-mail e quindi non riesco a rispondere altuo commento…me la invieresti?
mari
cappellaia e ady siete due geni del male
buhuhuhahahah
bloggers borderline!!!!non c’è ragione di sentirsi sole siamo taaaaaante.
la rivoluzione per sovvertire le sorti di questa blogosfera narcotizzata è dietro l’angolo ihihih
wow che bei cappelli! il secondo è stupendo! e che bei colori!
Adoro le sue creazioni e la sua originalissima ed inestinguibile verve letteraria. Cappellaia sei la mia eroina!
Bellissimo post Ady,non mi deludi mai!
Baci ad entrambe!
VERAMENTE FIGO IL TERZO
Ady, te l’ho detto che devi scrivere un libro. sei una scrittrice, giornalismo nel sangue a parte… (grazie)
tutti molto belli…interessante il tuo blog
ciao ady! che talento questa cappellaia matta, indubbiamente bellissimi anche se il cappello (a parte la papalina di lana quando fa proprio taaanto freddo) non è uno dei miei accessori preferiti!
per quanto riguarda lo spassarsela al mare…era meglio!
è vero che vado al mare tutti i giorni ma credimi…tra bimba, suocera malandata e marito stressatissimo andare in spiaggia è diventato un lavoro…
non mi dilungo sui particolari ma quello che più desidero in questo momento è una settimana al Tombolo* per rinsaldare i nervi!!!
bacio
michela
(*un thalasso resort fantastico a 15 minuti da casa)
Cappello antistupro? Bravabrava cappelaia matta! Un saluto ai geni del male.
Eccolo! Brava sì Ady. me l’ero perso questo post, ma non i suoi cappelli. Li seguo da anni tramite myspace e finalmente l’ho ritrovata qui.
Complimenti ad entrambe.
Ketty